“Mia carissima Autrice, piacivi agradire questo mio (intimo) Ritratto, trovato Generalmente assomigliante; Come il vedete questa mia Imagine è Muta! Possa il di Lei Silenzio essere abbastanza loquace per assicurarvi che a nessuno è secondo in amarvi". Con questa dedica del Rossini all’autrice, Maria Primerano dà vita a quella che è una delle sue opere romanzate musicali più divertenti e più briose, ricche di enigmi, misteri, musica, arte, cucina e passioni di uno dei massimi e più celebri operisti della storia della musica. ll pluripremiato “Rossini. Lo stravagante" di Maria Primerano (Edizioni Helicon) si impone come uno dei libri più interessanti del 2020.  

A pensarci bene non poteva essere diversamente, ricordando alcune delle sue opere liriche più briose che ha composto, passando dal Barbiere di Siviglia al Guglielmo Tell, alla Gazza Ladra, al Turco in Italia, tanto da essere definito il grande maestro, come un titano di potenza e di audacia, il suo stile immortalato nell’espressione ‘crescendo rossiniano’ e la bravissima e grande Maria Primerano non poteva fare altro che, con la sensibilità e la conoscenza musicale che si ritrova, descrivere la sua storia, la sua arte, il suo essere immortale e grande anche nell’al di là. Nata a Catanzaro l’autrice è cardiologa di professione, pianista, scrittrice e giornalista di rubriche culturali ed artistiche. La Primerano questa volta si lascia ispirare dal carattere eccentrico e dalla musica del maestro pesarese dell’Ottocento. Quella pubblicata dalla casa editrice di Poppi è un’opera letteraria leggera e piena d’umorismo – una boutade come la definisce l’autrice – ambientata nei "giardini del Padreterno", dove si ritrova Gioachino Rossini dopo essere passato a miglior vita.

"Rossini. Lo stravagante" è un percorso leggero della penna in mezzo ai ricordi della vita dell'Artista, gli incubi, gli aneddoti e le curiosità, gli inattesi rivolgimenti, le inimmaginabili sorprese, tra i tonfi e i trionfi in società, le tante avventure amorose vissute audacemente nell'al di qua e i tanti divertenti incontri e ritrovamenti nell'al di là. Tutto è narrato con spensieratezza e creatività, alla maniera di un ‘cahier d'esquisses’, vale a dire di un taccuino d'appunti stipato di musica, memorie, reminiscenze e souvenirs, assieme al Maestro con cura elaborato, mangiando, amando, cantando e digerendo perché: "Mangiare, amare, cantare e digerire sono i quattro atti di quell'opera comica che è la vita e che svanisce come la schiuma d'una bottiglia di champagne. Chi la lascia fuggire senza averne goduto è un pazzo", amava ripetere con convinzione lo stravagante artista. Le 700 pagine si lasciano leggere come la sua musica brillante, gistosa, vaporosa, soave.

È sembrato carino all’autrice riportare anche alcuni stralci di lettere che l’autore amava scrivere e quasi tutti si aprono e si chiudono con delicatezza e prontezza ricordando un Figaro immaginario,‘Figaro qua, Figaro là’:‘ Siate sicuro che non sono Coglione e che so cognionar tutto il mondo quando lo esigga il mio interesse (dalla lettera di Rossini alla madre) … ‘ Sul mio conto sono state scritte tante corbellerie che una più una meno poco conta.’ Una manciata di pagine ispirata dalla sua figura, dal suo humor, dalla sua musica effervescente, dai suoi capolavori. Un capolavoro letterario che l’audace e ‘stravagante’ autrice, come amava definirla sua zia Aurelia Ceravolo, prof.ssa d’altri tempi, che disapprovava la perenne stravaganza della bella ed intelligente nipote Maria, ha saputo narrarci tra bellezza e magia, insidia e tentazione, nell’effervescenza di un Cocktail Rossini, si è alzato il sipario.