Nuovo lockdown o coprifuoco alle 21 se tra 7 giorni non frenano i contagi
di Redazione
Ven 23 Ottobre 2020 08:48
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il governo si sarebbe dato una settimana di tempo per valutare l’andamento dei contagi: se non dovessero diminuire, potrebbe intervenire con un coprifuoco alle 21 in tutta Italia. A breve è previsto un incontro con le Regioni per discutere di nuove misure.
Coprifuoco alle 21 in tutta Italia?
Per il momento i territori che hanno deciso di adottare una limitazione degli spostamenti sono stati Lombardia, Campania e Lazio, le prime due a partire dalle 23 e la terza dalle 24. Se però i casi positivi – ma soprattutto i ricoveri – dovessero continuare a salire, l’esecutivo sarebbe pronto a varare un nuovo dpcm che vieterebbe di uscire dal proprio domicilio se non per ragioni di salute, lavoro e necessità dalle 21 alle 5.
Già il giorno precedente era paventata l’ipotesi di un ulteriore decreto per estendere il coprifuoco a tutta Italia. Ipotesi che fonti di Palazzo Chigi avevano definito priva di fondamento affermando che tutto sarebbe dipeso dall’andamento della curva. Il provvedimento potrebbe però arrivare proprio in virtù di quest’ultima, salita ulteriormente dopo il picco di oltre 16 mila contagi registrato giovedì 22 ottobre 2020.
Il governo sembrerebbe intenzionato a prendersi una settimana di tempo per valutare l’effetto delle restrizioni introdotte col dpcm del 18 ottobre.
Se fosse nullo, si vedrebbe costretto a ricorrere al coprifuoco. Una pista che a cui inizialmente il Premier si era opposto perché comporterebbe la chiusura ulteriormente anticipata per bar e ristoranti. Ma che potrebbe rivelarsi l’unica possibile per scongiurare un nuovo lockdown che gli esperti hanno suggerito di introdurre qualora le terapie intensive occupate raggiungessero quota 2.300.
Il ministro della Salute Roberto Speranza, che guida con Dario Franceschini l’ala dura del governo contro il virus, lavora d’intesa con i presidenti delle Regioni sulle nuove ordinanze e continua a non escludere la possibilità di un «reset», anche solo di 14 giorni, per dare fiato al sistema sanitario: “Valutiamo la curva e ci teniamo pronti”.
Covid, verso nuova stretta
Si va verso una nuova stretta per fronteggiare l'emergenza Covid che avanza, con numeri in crescita e il timore di misure finora troppo timide che serpeggia nel governo. A Palazzo Chigi nessuno ne fa mistero, "l'aria è quella", ammettono, mentre un ministro M5S preannuncia all'Adnkronos "misure pesanti in arrivo". Per ora l'unica certezza è il protocollo voluto dal ministro allo Sport Vincenzo Spadafora, con una stretta per palestre e piscine.
Bocche cucite sulle altre misure, anche in Consiglio dei ministri non ci sarebbe stato alcun confronto in merito. Ma domani potrebbe essere una giornata decisiva, con il report dell'Iss e un possibile confronto nella maggioranza -al momento non ancora in agenda- sulle misure da adottare. Una fonte di primo livello assicura all'Adnkronos che al momento non sarebbe sul tavolo la possibilità di chiudere gli spostamenti tra le Regioni, così come appare escluso un lockdown, per quanto temporaneo, delle metropoli. Mentre continuano a rimbalzare voci di un coprifuoco che riguardi l'intero territorio nazionale, senza differenziazioni decise di volta in volta a livello regionale.
Intanto il Pd preme, convinto che l'unica strada sia quella di misure più stringenti, già chieste a gran voce la settimana scorsa prima del Dpcm che ha lasciato delusi molti. Sicuramente la questione sarà uno dei punti all'odg della direzione di domani del Pd. "Il nostro nemico è il Coronavirus. Non le regole per sconfiggerlo", scrive su Facebook il segretario dem Nicola Zingaretti.
Covid, anche Sicilia verso coprifuoco
Riunione della giunta regionale nella tarda serata di ieri. Il governo, insieme al comitato scientifico, ha valutato nuovi provvedimenti restrittivi per arginare l'incremento dei casi di Coronavirus in Sicilia, dove ieri si sono registrati 796 nuovi contagi. A quanto si apprende, le nuove misure dovrebbero riguardare le scuole superiori per le quali dal secondo al quinto anno è prevista l'adozione della didattica a distanza; i mezzi pubblici che possono essere riempiti solo per il 50% della loro capienza; i locali, la cui chiusura è fissata alle 23. Il governo inoltre avrebbe valutato il coinvolgimento dell'esercito per l'allestimento di ospedali da campo.