Conte: «La situazione è sotto controllo, niente più lockdown». Ne è certo il Premier che, in un’intervista al Corriere della Sera, fa il punto della situazione sulla pandemia da Covid-19 al rientro dalle vacanze estive. Una dichiarazione che stride con quanto affermato dal Presidente francese Emmanuel Macron che, nei giorni scorsi, ha prefigurato la possibilità di una nuova quarantena.

Nella lunga intervista concessa al quotidiano di Via Solferino, il Primo Ministro ha però toccato anche altri punti, legati all’attualità pandemica e non solo. Si è parlato di Recovery Fund e dei prossimi passi da fare per decidere come spendere gli oltre 200 miliardi che arriveranno da Bruxelles. Non è poi mancato un accenno all’inizio dell’anno scolastico, alla situazione dei trasporti e al “caso-banchi”.

 

Conte: no a nuove quarantene nazionali

La curva dei contagi, almeno per ora, sembra non preoccupare i vertici politici del nostro Paese. Questa l’impressione che si ha a leggere l’intervista del Premier Conte con il Corriere della Sera. Nonostante nelle ultime settimane si sia registrato un netto incremento nel numero dei nuovi contagiati, Giuseppe Conte sembra voler escludere categoricamente la possibilità di una nuova quarantena estesa a tutto il territorio nazionale.

 

Scuole e attività produttive, sottolinea Conte, resteranno aperte, garantendo quella continuità che è venuta a mancare nei mesi caldi della pandemia. A oggi, lo stato del Sistema Sanitario Nazionale non è così preoccupante così come lo era tra marzo e aprile, quando l’Esecutivo fu costretto a chiudere scuole e imprese e dichiarare la quarantena sull’intero territorio nazionale.

Merito, sottolinea l’inquilino di Palazzo Chigi, di un innovativo sofisticato sistema di monitoraggio della curva dei contagi basato su 21 parametri. Questo consente di avere sempre la situzione sotto controllo e di non andare in affanno come accadeva in primavera. Se proprio la situazione dovesse peggiorare in qualche area, si potrà pensare a una chiusura localizzata, ma il tempo della quarantena nazionale dovrebbe essere definitivamente tramontato.

 

Scuola e Recovery Fund: lo stato della situazione

Sul fronte scolastico, il Premier ha palesato una buona dose di ottimismo. La Conferenza Stato-Regioni ha approvato il documento per il rientro in sicurezza in classe e i protocolli da seguire in caso di contagi tra i banchi. Resta ancora aperto il

fronte dei trasporti (scolastici e non solo) ma, afferma il Premier, già nella giornata di domani dovrebbero arrivare novità da parte dei ministri Boccia e De Micheli. Per quel che riguarda il Recovery Fund, invece, si è in attesa della seconda riunione del CIAE (Comitato Interministeriale degli Affari Economici), nel corso del quale si discuterà del piano da presentare alla Commissione Europea entro il prossimo 15 ottobre.

 

Covid, Crisanti: "Governo mi ha chiesto piano tamponi"

"Tutto è nato da un colloquio informale con il ministro D'Incà e il sottosegretario Sileri, che mi hanno chiesto cosa fare per affrontare la nuova ondata di contagi. Ho dato il mio contributo di idee e loro mi hanno sollecitato a mettere tutto nero su

bianco. La base è passare dai 70/75mila tamponi al giorno in Italia, con punte sporadiche di 90mila, a 300mila. E' indispensabile soprattutto in questa fase intermedia tra i casi legati ai rientri dalle vacanze e la vigilia della riapertura delle scuole.

Dobbiamo prevenire, per limitare nuove chiusure e quarantene". Lo afferma, in un'intervista al 'Corriere del Veneto', il professor Andrea Crisanti, direttore della Microbiologia di Padova e 'papà' della strategia 'tamponi a tutti' spiegando di aver messo a punto un "Piano nazionale di sorveglianza" dell'infezione da coronavirus Covid-19, un progetto di tre pagine da quattro giorni al vaglio del ministero della Salute e del Comitato tecnico scientifico.

 

Quadruplicare i tamponi significa aprire nuovi laboratori. "E infatti il mio piano prevede di attivare venti nuovi laboratori in ogni regione, in grado di arrivare a processare 10mila tamponi al giorno e coordinati dal governo - osserva - Saranno

supplementari alle Microbiologie già presenti e gestiti dalle Regioni (nel Veneto sono 14, ndr ), che non si vogliono esautorare ma aiutare. Parliamo di strutture fisse e mobili, cioè tir attrezzati per andare a fare i tamponi e ad analizzarli subito in aree remote o in difficoltà".

Perché 'organizzazione dei tamponi sia efficace "è necessario che la strategia e la sua applicazione siano adottate in maniera omogenea in tutta Italia. Adesso ogni Regione va per conto proprio, generando un caos figlio di decisioni anche

sbagliate, che incidono sulla salute di tutti". Il piano, si sottolinea, prevede una spesa iniziale di 40 milioni di euro, più 1,5 milioni al giorno per la gestione.