Sui social la notizia e le foto delle star con i collant strappati impazzano.

Il modello creato da Alessandro Michele, definito "a effetto usato", ha aperto un dibattito social sul senso della moda.

Prima la polemica, poi il sold out. Alessandro Michele non è certo il primo a smagliare un collant, eppure le sue creazioni per Gucci - che qualcuno preferisce chiamare provocazioni - spesso diventano casi.

Era successo nelle scorse settimane con i jeans macchiati d'erba, presentati nella collezione autunno-inverno 2020-2021 e ispirati al movimento grunge,

quando il loro prezzo a 680 euro aveva spinto i polemici social a dire la loro sul senso della moda.

Come riporta Repubblica.it, è successo di nuovo nei giorni scorsi con la commercializzazione delle calze bucate al costo di 140 euro. Il modello viene descritto come "calze dall'effetto usato" sul sito Ssense dove attualmente risulta sold out.

Prima di Gucci il collant smagliato aveva sfilato sulle passerelle della moda più lussuosa passando da Hedi Slimane che nel 2015 l'aveva portato con un intento punk nella collezione invernale Saint-Laurent fino ad Alexandre Wang che nel 2008 lo aveva proposto in versione quasi classica.

Stavolta sono in tanti su Twitter a domandarsi qual è il senso di un indumento rovinato venduto a caro prezzo e in tanti rispondono che il senso è proprio nell'operazione di destrutturizzazione della moda che Alessandro Michele firma dal suo arrivo nella maison fiorentina a sostegno di un concetto di memoir degli abiti. 

«Questi collant sono, dice, l'ultima novità di Gucci, calze smagliate al modico prezzo di 140 euro cadauno. E pensare quanti ne ho buttati via! Ha ragione nonna conservare tutto non gettare via niente»