I dati della pandemia in Italia continuano ad aumentare. E il governo ha approvato un nuovo Dpcm per contenere il contagio: il provvedimento contiene una serie di misure che dividono l’Italia in 3 zone e torna il lockdown in quattro regioni (Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta e Calabria). Restano sempre valide le tre regole principali: uso delle mascherine, distanziamento sociale e la necessitа di lavarsi spesso le mani. Le mascherine sono obbligatorie se si viaggia in auto e moto, ma le regole cambiano se si viaggia con conviventi, amici o congiunti.

Scendendo nel dettaglio, solo chi viaggia in auto con persone conviventi puт stare all’interno dell’abitacolo senza le mascherine e senza limitazioni di distanziamento sociale. Le mascherine sono obbligatorie per chi viaggia in auto con persone con cui non si convive (amici e congiunti): è necessario anche rispettare la distanza e per i trasgressori sono previste multe da 400 a 1000 euro. 

 

Mascherina in auto: quando è obbligatoria

Come riporta Fanpage.it, solo chi viaggia in auto con persone conviventi può stare all'interno dell'abitacolo senza la mascherina e senza limitazioni di distanziamento sociale. Qualora invece ci si trovasse in auto con persone con cui non si convive è sempre obbligatorio indossare la mascherina e rispettare la distanza. Anche nel caso si tratti di congiunti ma non conviventi. Se anche solo una delle persone presenti nell'abitacolo non è convivente tutti dovranno indossare obbligatoriamente la mascherina. La verifica può essere fatta attraverso un documento di identità o una dichiarazione anagrafica. Per i trasgressori la multa prevista va da 400 a 1.000 euro.

 

Per quanto riguarda invece gli spostamenti con auto noleggio con conducente o con taxi nessuno può sedersi sul sedile anteriore, mentre dietro non possono esserci più di due persone (vicine ai finestrini) e altre due ancora più dietro qualora sia presente la terza fila posteriore. Tutti, passeggeri e conducente, hanno l'obbligo di indossare la mascherina per l'intero tragitto. Sui veicoli commerciali e i mezzi da lavoro che hanno un sedile che permette di rispettare il distanziamento sociale si può viaggiare in due, entrambi devono indossare la mascherina.

 

Regole in moto: obbligo di mascherina e quando si può portare un passeggero

Regole confermate anche per chi si muove in moto. In questo caso, essendo il soggetto all'aperto, l'utilizzo della mascherina sotto al casco è sempre obbligatorio.  Dato che il sellino non soddisfa le norme sul distanziamento sociale, è possibile portare un passeggero solo nel caso si tratti di un convivente (anche per il passeggero resta valido l'obbligo della mascherina). Anche in questa circostanza dunque solo i congiunti che sono anche conviventi possono viaggiare insieme in moto. Le verifiche possono essere fatte attraverso un documento di identità o una dichiarazione anagrafica. Per i trasgressori la sanzione prevista è una multa che va da un minimo di 400 a un massimo di 1.000 euro.

 

Spostamenti in bici e in monopattino elettrico: come comportarsi

Chi si sposta in bici o con il monopattino elettrico non può portare passeggeri a bordo e deve sempre indossare la mascherina. C'è un'unica eccezione: i bambini trasportati nel seggiolino sulla bici da un genitore o un fratello. La sanzione prevista per chi non rispetta le regole è una multa che va dai 400 ai 1.000 euro. Chi utilizza il monopattino elettrico con due persone non conviventi tra loro a bordo dunque può incorrere in due sanzioni: la prima derivante dal mancato rispetto del Codice della Strada, la seconda dal non rispetto del distanziamento sociale.

 

Conte: "Chi ora rifiuta le 3 fasce ci porta al lockdown"

"Sono sei mesi che l’Iss sta sperimentando, insieme alle Regioni, questo meccanismo di monitoraggio. Le Regioni lo alimentano con i dati inviati periodicamente e ne certificano i risultati attraverso i loro rappresentanti che fanno parte della cabina di regia"; "Nessuno ha mai messo in discussione, prima di adesso, questo meccanismo e rifiutarlo significa portare il Paese a sbattere contro un nuovo lockdown generalizzato". Ad affermarlo, in un'intervista al 'Corriere della Sera', è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in merito al meccanismo che divide l'Itali in tre fasce di rischio. "I cittadini della Lombardia, del Piemonte, della Valle d’Aosta, della Calabria, non ne trarrebbero nessun beneficio. Senza contare l’ingiustizia di imporre lo stesso regime di misure che stiamo applicando alle Regioni rosse anche a cittadini che vivono in territori in condizioni meno critiche", sottolinea Conte.

 

"Unità - sottolinea Conte - significa solidarietà, non omogeneità. Non sono giornate felici per le aree rosse. I cittadini sono costretti a un nuovo regime molto penalizzante perché sono misure che limitano la circolazione e rischiano di deprimere tanti ristoratori, esercenti attività commerciali e operatori economici. Ma anche le aree arancioni e gialle sono sottoposte a misure restrittive, pur differentemente graduate. Non facciamo tutto questo a cuor leggero. Solo così possiamo contrastare il Covid e vincere questa battaglia. Speriamo il più presto possibile".

Nel commentare l'ultimo bollettino che parla di 446 morti e 37.809 nuovi casi positivi al Covid, il presidente del Consiglio evidenzia come questo treno stia "correndo sempre più veloce e dobbiamo assolutamente fermarlo. È per questa ragione che abbiamo introdotto via via dei 'riduttori di velocità' con i primi Dpcm. Quando si obietta che la mascherina obbligatoria all’aperto e al chiuso non ha sortito effetti, rispondo che i contagiati, i decessi, i malati in terapia intensiva senza quest’obbligo sarebbero stati molti di più".

E in merito a eventuali alternative meccanismo che ha diviso l'Italia in tre fasce di rischio per contrastare la pandemia, ha sottolineato: "No, su questo non torniamo indietro. L’alternativa a questo sistema è chiudere ancora una volta il Paese con danni enormi per tutti. In questo caso mal comune non sarebbe mezzo gaudio, ma disastro per tutti".

"Chi ci accusa di agire sulla base di discriminazioni politiche è in malafede. Non c’è nessuna volontà di penalizzare alcune aree a discapito di altre. Non c’è alcun margine di discrezionalità politica nell’ordinanza del ministro Speranza. Le Regioni sono parte integrante di questo meccanismo", ha affermato ancora il premier.