Secondo Pregliasco nel giro di due o tre settimane si arriverà alla chiusura di alcune regioni per limitare la diffusione del coronavirus. 

Il virologo Fabrizio Pregliasco ha commentato l’aumento dei casi positivi di coronavirusnonché dell’indice di contagio in Italia ipotizzando che entro tre settimane si arriverà alla chiusura delle regioni. Ipotesi che il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia non ha escluso.

Pregliasco sulla chiusura delle regioni

“Questa soluzione rientra fra le prime da attuare in una condizione in cui nelle strutture sanitarie ricoveri e terapie intensive cominciano a essere in difficoltà”, ha ammesso l’esperto in un’intervista al Messaggero.

La cosa importante, ha continuato, è che venga modulata e pianificata in modo che i cittadini non la vivano come preoccupazione bensì come necessità, opportunità e responsabilità per sé e per la comunità di cui fanno parte.

Per quanto riguarda il livello oltre il quale è opportuno bloccare un territorio, ha spiegato che l’elemento da monitorare è il dato di occupazione dei servizi ospedalieri e in particolare delle terapie intensive.

Per evitare che, come successo a marzo per la Lombardia, alla notizia della chiusura i cittadini fuggano in massa bisogna secondo lui “attuare un blocco immaginando unmeccanismo che permetta con giudizio di tener conto delle esigenze dei singoli“. Occorre per questo prevedere, ha aggiunto, una ridistribuzione organizzata e mirata piuttosto che uno spostamento di persone casuale e soggetto a rischi di assembramento.

Dato l’andamento dei contagi, a suo dire nel giro di due o tre settimane si dovrà provvedere a chiudere qualche regione.

Secondo lui si arriverà infatti a superare la soglia di 7-8 mila casi al giorno. Nel frattempo per evitare di diffondere l’infezione spostandosi da territori differenti è necessario predisporre una sorveglianza attiva delle persone e un’eventuale esecuzione di test sierologici o di tamponi.