Con “I Dolci delle Feste dei Grandi Interpreti by Mulino Caputo” Napoli avvia i preparativi per i festeggiamenti di fine anno. L’appuntamento è per lunedì 1° dicembre, presso il Grand Hotel Vesuvio, dove undici maestri pasticceri proporranno la propria reinterpretazione, in veste natalizia, del re della pasticceria napoletana: il Babà.

“BabàNatale” sarà, infatti, il tema sul quale si confronteranno i partecipanti di questa undicesima edizione della kermesse, alla quale hanno aderito, fra gli altri: Luigi Biasetto, Relais Dessert veneto e già Campione del Mondo di Pasticceria; il pluripremiato maestro pasticcere nonché presidente dell’AMPI, Sal De Riso, di Minori, e Santi Palazzolo, siciliano di Cinisi, interprete d’eccellenza della migliore tradizione dolciaria nonché vice presiedente dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani.

Dalla Toscana arriveranno il giovane ma già affermato Andrea Sacchetti, figlio d’arte e vincitore del contest “Mille&UnBabà”, e Fabio Scozzafava, maestro pizzaiolo campano trapiantato a Lucca, animato da una passione per i lievitati tout court e con una predilezione assoluta per il Babà, anche nella versione senza glutine.

Assieme a loro, alcuni tra i più rinomati maestri pasticceri campani: il veterano Sabatino Sirica di San Giorgio a Cremano, i napoletani Ciro Poppella, Marco Infante, Salvatore e Raffaele Capparelli e Raffaele Cristiano.

Ogni anno, a dicembre, Antimo Caputo (nella foto), amministratore unico dell'omonimo mulino napoletano, chiama a raccolta i grandi interpreti della pasticceria italiana, invitandoli a proporre una carrellata di prodotti della tradizione dolciaria natalizia e a confrontarsi su un tema particolare. Quest’anno la scelta è caduta sul Babà: lievitato d’eccellenza e, sempre più spesso, oggetto di innovazioni e interessanti variazioni.

Le sale dell’albergo sul Lungomare consentiranno, per un giorno, un viaggio attraverso la pasticceria natalizia italiana, percorsa in tutte le latitudini: dai mustaccioli ai mendiants, dagli struffoli al panforte, passando per i cantucci, le cassate e i susamielli e, contemporaneamente, offriranno una panoramica sullo stato dell’arte di un dolce in continua evoluzione: creato per il re polacco Stanislao Leszczinski, passato attraverso la corte parigina e arrivato a Napoli con i monzù, i cuochi francesi al servizio delle famiglie aristocratiche partenopee.

Qui, come dichiarano senza falsa modestia i napoletani, il famoso lievitato fu migliorato e oggi, a distanza di tre secoli, continua la sua evoluzione.