Un dicembre “mortale”, con 30mila morti al giorno. È uno scenario terribilmente drammatico quello prospettato dall‘Institute of Health Metrics and Evaluation (IHME) dell’Università di Washington, relativo agli sviluppi della diffusione e della virulenza del Covid.

Per quanto altri studi siano più ottimistici, e l’Università di Oxford abbia persino parlato di “sovrastima” dei numeri del contagio, secondo l’IHME, quasi 770mila vite in tutto il mondo potrebbero essere salvate tra oggi e il 1 gennaio attraverso le misure preventive basilari da adottare contro il Coronavirus, come indossare la mascherina e mantenere il distanziamento sociale di almeno 1 metro.

Come riporta quifinanza.it, secondo le proiezioni avanzate dagli esperti, i decessi previsti per il 1° gennaio 2021 ammontano a 2,8 milioni, cioè 1,9 milioni in più da ora fino alla fine dell’anno. “Il numero di morti supera la capacità dei 50 stadi più grandi del mondo, un’immagine che fa riflettere delle persone che hanno perso la vita e il sostentamento”.

Al 7 settembre 2020, il numero di positivi al Covid nel mondo è di 27 milioni, 883mila sono le vittime. Gli Usa restano il Paese più colpito – 6.276.835 casi e 188.941 decessi – ma il virus accelera soprattutto in India: nel Paese in un solo giorno sono stati certificati 90.802 casi, il numero più alto da inizio emergenza. Ora l’India è al secondo posto tra i paesi più colpiti (4.204.613 infezioni e 71.642 vittime) scavalcando il Brasile (4.137.521 contagi e 126.650 decessi).

I tre scenari dell’IHME

L’IHME ha ipotizzato tre scenari possibili per la pandemia:

il “caso peggiore”: l’uso delle mascherine rimane ai tassi attuali e i governi continuano ad allentare le misure sul distanziamento sociale. Questo scenario porta a 4 milioni di morti totali entro la fine dell’anno;

il “caso migliore”: l’uso della mascherina è quasi universale e i governi impongono requisiti di allontanamento sociale quando il loro tasso di mortalità giornaliero supera l’8 per milione. Questo scenario porta a 2 milioni di morti totali entro la fine dell’anno;

il “caso molto probabile”: presuppone che l’utilizzo della mascherina e le altre misure di contenimento del Covid rimangano sostanzialmente invariate. Questo scenario provoca circa 2,8 milioni di morti entro la fine dell’anno.

Covid come la polmonite

I riferimenti a 750mila vite salvate e 30mila morti giornaliere a dicembre rappresentano le differenze tra il caso migliore e gli scenari più probabili. “Queste prime proiezioni mondiali offrono una previsione scoraggiante e una tabella di marcia verso la sconfitta del Covid che i leader governativi e gli individui possono seguire”, ha affermato il direttore dell’IHME, Christopher Murray.

“Siamo di fronte alla prospettiva di un dicembre mortale, soprattutto in Europa, Asia centrale e Stati Uniti. Ma la scienza è chiara e le prove inconfutabili: indossare la mascherina, mantenere il distanziamento e limitare gli incontri sociali sono fondamentali per aiutare a prevenire la trasmissione del virus”.

Ogni scenario illustra un aumento significativo rispetto agli attuali decessi totali, a causa di un probabile aumento stagionale dei casi nell’emisfero settentrionale. Ad oggi, spiegano gli esperti, il Coronavirus ha seguito modelli stagionali simili alla polmonite, e se questa correlazione continua a essere valida, i Paesi del nord possono prevedere più casi nel tardo autunno e nei mesi invernali. “Le persone nell’emisfero settentrionale devono essere particolarmente vigili con l’avvicinarsi dell’inverno, poiché il Coronavirus, come la polmonite, sarà più diffuso nei climi freddi”, ha detto Murray.

Quali saranno i Paesi più colpiti

Secondo gli scenari di IHME, le nazioni con le più alte morti totali pro-capite sarebbero:

Isole Vergini americane

Paesi Bassi

Spagna

Andando a spulciare i numeri del rapporto, si prevedono:

959.685 decessi totali entro il 1° gennaio nelle Americhe

667.811 in Europa

79.583 in Africa

168.711 nel Mediterraneo orientale

738.427 nel Sud-est asiatico

191.598 nel Pacifico occidentale.

Ma, conclude lo studio, esiste un’opportunità per salvare vite umane con un’azione rapida. “Dobbiamo tutti imparare da quei leader delle nazioni in cui il virus è stato contenuto, o dove si sono verificate seconde ondate di infezioni, e dove è stata intrapresa un’azione rapida per prevenire la perdita di vite umane”.