NAPOLI. "Da ieri sera sono bombardato da messaggi di medici che non capiscono come possano esserci state quelle scene. La morte di Maradona per alcuni è diventata l'ennesima occasione di trasgredire le regole in una regione fortemente colpita dal coronavirus". A parlare è Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale campano dei Verdi, che stigmatizza le commemorazioni spontanee di ieri a Napoli in onore di Diego Armando Maradona. Secondo Borrelli "ci sono due tipi di responsabilità: quelle della solita frangia estremista, anarchica e a volte anche criminale che ritiene che, quando succede qualcosa di grave, il coronavirus scompaia, e dall'altra parte quelle di forze dell'ordine e istituzioni, che sono scomparse lasciando la città in mano ai tifosi. Ieri abbiamo avuto migliaia di persone in piazza del Plebiscito, sotto la Prefettura, con i motorini entrati in piazza e tifosi che hanno bloccato le strade, come se fosse una città auto amministrata. Era qualcosa di prevedibile e bisognava evitarlo, ma non si è previsto alcun servizio d'ordine straordinario né alcuna organizzazione". 

Borrelli sottolinea come "ci sia una Napoliche soffre per Maradona ma che rispetta le regole e alla quale fa rabbia vedere certe scene, che poi vengono utilizzate dall'esterno per una rappresentazione folkloristica della città. Ma fa rabbia anche che sia solo io a parlare, un semplice consigliere regionale, mentre le istituzioni non dicono nulla: vuol dire che c'è una mentalità incancrenita che ragiona ritenendo questo la normalità, ma non lo è. Finché non capiremo questo, non potremo mai svoltare. A questo punto - conclude Borrelli - mi domando: a Capodanno che abbiamo intenzione di fare? Mettere a ferro e fuoco la città e portare gente che si fa male con i petardi negli ospedali già pieni?".

Sulla vicenda intergono anche sindaci ed esperti. «Gli assembramenti sono sempre pericolosi. La partecipazione al dolore per la morte di Maradona, che ha mobilitato tutto il mondo, fa riflettere. Questa "commozione comune", la partecipazione così sentita che stiamo vedendo a Napoli, non deve far però far perdere di vista i rischi del momento". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani di Roma, commentando le immagini delle tante persone in piazza nel capoluogo campano per commemorare il campione scomparso. "In questa fase della pandemia - ha concluso - bisogna applicare il massimo dell'attenzione, se vogliamo capitalizzare i sacrifici fatti fino ad oggi".

«Ciò che è avvenuto a Napoli ci ha fatto arrabbiare. Lo trovo irrispettoso soprattutto verso cittadini come quelli del mio comune che dal 21 febbraio stanno rispettando in maniera rigorosa le disposizioni. Anche noi abbiamo perso dei punti di riferimento della città e non abbiamo potuto accompagnarli e nemmeno salutarli. Probabilmente è saltato qualche meccanismo che ha comportato questa situazione, andrà valutato anche se ci sono delle responsabilità in questo". Lo ha detto Elia Delmiglio, sindaco di Casalpusterlengo, Comune del Lodigiano inserito nella prima zona rossa italiana lo scorso 23 febbraio. «Su Facebook ho avuto uno sfogo dai toni accesi perché ciò che è avvenuto a Napoli ci ha fatto arrabbiare e anche riflettere - ha affermato Delmiglio -. Essendo un appassionato di calcio riconosco che Maradona ha fatto innamorare i napoletani e tutti gli italiani del suo talento, ma quello che è avvenuto ieri l'ho trovato irrispettoso soprattutto verso cittadini come quelli del mio comune che dal 21 febbraio stanno rispettando in maniera rigorosa le disposizioni. Non ho niente contro Napoli e i napoletani, ciò che non ho compreso è stata la modalità con cui hanno deciso di ricordare Maradona in questo periodo in cui va tutelata la salute prima di qualsiasi altra cosa».