
Napoli orfana di Napolitano
Dal Gambrinus alle cravatte da Marinella: un rapporto durato 98 anni. A Palazzo San Giacomo bandiere a mezz’asta. Il cordoglio di Manfredi, il dolore di Bassolino
di
Sab 23 Settembre 2023 09:01
La notizia arriva in serata e coglie la sua Napoli sgomenta. Il lutto per la morte dell’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, 98 anni compiuti il 29 giugno scorso, è per la città un dolore profondo. Nonostante fosse da tempo malato era ricoverato nella clinica Salvator Mundi, a Roma il legame tra Napolitano e la sua città è sempre stato fortissimo. Col dirigente politico comunista e poi con l’alto esponente delle istituzioni: Napolitano è stato il primo Presidente eletto due volte al Colle, nel 2006 e poi nel 2013 per due anni. E con Napoli il legame non è mai venuto meno.
I LUOGHI DEL PRESIDENTE. Via Monte di Dio, dove tutto era nato; il liceo classico Umberto I, dove fu studente nel quartiere Chiaia; la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Federico II; via dei Fiorentini, sede della storica federazione del Pci. E poi la tazzina di caffè allo storico bar Gambrinus, il San Carlo, le opere d’arte a San Gregorio Armeno, le cravatte di Marinella e le vacanze da Capo dello Stato nella residenza quirinalizia di Villa Rosebery, sulla collina di Posillipo. E ancora gli amici di sempre, a iniziare dal compianto Maurizio Valenzi. Sono tantissimi i luoghi frequentati da Napolitano nel corso della sua lunghissima vita politica e istituzionale. Una vita attraversata «rappresentando Napoli ai massimi livelli con uno straordinario senso delle istituzioni», dice il sindaco, Gaetano Manfredi, che in segno di lutto ha immediatamente disposto le bandiere a mezz’asta a Palazzo San Giacomo e al Palazzo di Via Verdi.
«IL SUO IMPEGNO PER NAPOLI». «Napolitano ha rappresentato una figura fondamentale per l’Europa, per l’Italia, per Napoli e l’intero Sud», lo ricordano Lucia Valenzi, presidente dell’omonima Fondazione, il presidente del Comitato d’Indirizzo Roberto Race, la presidente del Comitato Scientifico Lida Viganoni e il segretario generale Alfonso Trapuzzano,sottolineando «il suo impegno e il suo amore per Napoli».
IL RICORDO DEL GAMBRINUS. «Era un napoletano vero, un napoletano che si è messo al servizio del Paese», dicono Antonio e Arturo Sergio i titolari, insieme al nipote Massimiliano Rosati, dello storico “Caffè Gambrinus”. Qui, in vetrina, sono conservate le tazzine di una visita a Capodanno 2013 dell’allora Presidente, come una reliquia e con tanto di fondo di caffè ancora visibile. «Lui veniva qui e s’informava sulla città, chiedeva come andava il turismo».
E QUELLO DI MARINELLA. «Fu lui che mi fece notare che era stato cliente di tre generazioni: mio nonno, mio padre ed io. Mi disse: “Sono testimonial della sua azienda...”», ricorda Maurizio Marinella, il “re” delle cravatte. «Lui le preferiva a sfondo blu e bordeaux», dice.
AMANTE DELLA PIZZA. Ovvio che non potesse mancare la pizza. Alfredo Forgione, maestro pizzaiolo con esperienza quarantennale, fu insignito proprio da Napolitano Cavaliere del lavoro: «Più volte gli ho fatto recapitare le mie pizze a Villa Rosebery durante i suoi soggiorni napoletani». Ripercorrendo i sentieri partenopei di Napolitano si vede tutta la sua capacità di dialogare con la Napoli popolare e con quella colta. «Espressione da sempre di una cultura riformista e meridionalista. È stato una figura lontana da ogni demagogia», lo ricorda il governatore campano, Vincenzo De Luca, mentre l’ex sindaco ed ex governatore Antonio Bassolino parla di «grande tristezza e profondo dolore. Giorgio è stato un protagonista assoluto». A San Gregorio Armeno, dove si ricorda una visita dell’amata moglie, Clio, Genny Di Virgilio stava lavorando a una statuina del Presidente che si congeda dal Colle con un cenno della mano. «Il rispetto dovuto non cancella il giudizio critico», afferma Amedeo Laboccetta, Presidente di Polo Sud.
Se vuoi commentare questo articolo accedi o registrati