Cambia il reddito di cittadinanza nel Decreto sostegni: sì al rifinanziamento ma, nel frattempo, cercare di evitare che il numero dei beneficiari aumenti, dando loro maggiori possibilità di trovare un’occupazione. 

Questo è il principio che anima il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, nell’affrontare la spinosa questione della condizione di povertà in cui molti italiani sono precipitati, spinti dalla pandemia.

Come riporta il portale Trend Online: entrando nello specifico, nel sito dell'Inps viene indicato che il reddito di cittadinanza sarebbe decaduto in per
“Domanda presentata prima dello spirare del termine di 18 (o 6) mesi di cui all’articolo 7, comma 11, della legge n. 26 del 2019”.

Questa è a tutti gli effetti una vera e propria novità.  Coloro i quali percepiscono  il  reddito di cittadinanza non si erano mai visti  rifiutare la domanda con questa motivazione.

 Molti Caf e consulenti, che in questi mesi si sono prodigati per raccogliere ed inoltrare la documentazione dei diretti interessati, si stanno chiedendo che cosa voglia dire  questa dicitura.

La risposta è molto semplice

 L'Inps ha deciso di applicare la sanzione accessoria, che è prevista nel caso in cui dovesse intervenire la decadenza del reddito di cittadinanza.
 

Questa penalità arriva a quanti non abbiano rispettato quanto previsto dalla normativa. In altre parole vengono stanati e colpiti i cosiddetti furbetti del reddito di cittadinanza.

Decadenza del sussidio

Quali sono le situazioni che possono comportare la decadenza del sussidio. Proviamo a riportare qualche esempio:

dimenticarsi di comunicare un rapporto di lavoro, dopo che si ha iniziato a ricevere il sussidio;
non comunicare che un componente della famiglia ha presentato le dimissioni;

non aver comunicato la variazione del nucleo famigliare. In questo caso sarebbe stato necessario presentare un Isee aggiornato entro due mesi dalla variazione o presentando una nuova domanda nel momento in cui ci siano casi diversi rispetto ad una nascita o ad una morte;

non presentarsi per tre volte consecutive da una convocazione del Centro per l'Impiego;

presentare una domanda con dei dati falsi od errati: omettendo, ad esempio, il reddito o dando false informazioni sul proprio stato;

non rilasciare immediatamente la Dichiarazione di Immediata disponibilità al lavoro.

La verifica

L'Inps, nel momento in cui si verificano queste situazione, provvede a sanzionare i diretti interessati.
 

Come si potrà ben capire le conseguenze di questo tipo di comportamento non lasciano spazio ad alcun tipo di attenuante.

 Nel momento in cui l'Inps accerta una delle situazioni appena elencate, provvede immediatamente a far decadere il reddito di cittadinanza.
 

Attenzione, che il provvedimento è più duro di quanto possa sembrare, in quanto non si provvede solo a togliere il sussidio, ma si vieta, al nucleo familiare, di presentare una nuova domanda.

Reddito di cittadinanza decaduto, cosa succede 

Sicuramente una domanda che rimane aperta a questo punto è cosa accada dopo che l'Inps ha deciso di togliere il reddito di cittadinanza ad un beneficiario. 

Salvo i casi più gravi, quando si perde il diritto a ricevere il sussidio a seguito di una sanzione è possibile richiederlo nuovamente.
 

L'importante, però, che siano passati almeno 18 mesi dal provvedimento di revoca o decadenza. Questo significa che non lo si potrà ricevere almeno per un anno e mezzo.

Il lasso temporale potrà essere ridotto a 6 mesi, nel caso in cui nel nucleo familiare ci siano dei componenti minorenni o con delle disabilità (una situazione che si deve evincere dall'Isee).
 

A prevederlo è il comma 11 della Legge 26/2019, che elenca anche le motivazioni per le quali sono previsti i blocchi del sussidio.

Al momento i beneficiari che si son visti sospendere il sussidio sono quelli che non hanno rispettato il termine dei 6 o 18 mesi imposto dalla normativa per presentare una nuova domanda.

L'Inps ha provveduto ad effettuare un controllo solo ora. La domanda è stata accolta in un primo momento, ma in seguito al controllo effettuato dall'istituto di previdenza si è imposto il blocco.

 Adesso questi soggetti non possono far altro che aspettare la decorrenza dei 18 o 6 mesi per ripresentare nuovamente la domanda. E sperare che tutto vada per il verso giusto. 

Uno strumento utile

Andrea Orlando, Ministo del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha speso parole positive su quello che è a tutti gli effetti la misura più famosa in Italia. 

Ospite di Mezz'ora in più, rispondendo alle domande di Lucia Annunziata, ha affermato:

“Il reddito di cittadinanza è stato utile per contenere la povertà, ma serve altro per creare delle politiche attive del lavoro”. Orlando ha poi proseguito:

“La situazione è particolarmente grave in alcuni settori che si sono dovuti fermare e in alcune nicchie all'interno di settori che apparentemente hanno subito di meno la crisi.
 

Penso a tutte quelle imprese dell'alimentare che lavorano per la ristorazione che sono a loro volta ferme.

Il reddito di cittadinanza deve essere mantenuto: perché ha salvato molte famiglie dalla povertà durante la pandemia ma non si può continuare a creare che sia uno strumento utile per le politiche attive del lavoro.
 

Dobbiamo lavorare su centri per impiego e sulla qualificazione professionale. Unione tra pubblico e privato in questo è possibile”.