MILANO. Ai domiciliari l'ex eurodeputata di Forza Italia Lara Comi. Tre le misure cautelari, di cui una in carcere, applicate dai finanzieri del Nucleo Polizia economico-finanziaria di Milano e della compagnia Busto Arsizio in seguito all'esecuzione di un'ordinanza del gip di Milano per la seconda fase dell'inchiesta 'Mensa dei poveri'. Le accuse per gli indagati sono, a vario titolo, di corruzione, finanziamento illecito e truffa. Oltre a Comi, ai domiciliari è finito Paolo Orrigoni l'amministratore delegato della catena di supermercati Tigros, mentre si sono aperte le porte del carcere per Giuseppe Zingale, già protagonista nella prima parte dell'indagine e che continua a ricoprire la carica di direttore generale di Afol, azienda accredita presso Regione Lombardia per i servizi di formazione e lavoro. In particolare tra gli episodi contestati a Comi risulta, a dire dell'accusa, un finanziamento illecito erogato dall'imprenditore bresciano Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, indagato nei mesi scorsi. Le misure cautelari di oggi, firmate dal gip di Milano Raffaella Mascarino, sono il secondo filone dell'inchiesta 'Mensa dei poveri' che lo scorso 7 maggio ha coinvolto 43 persone, tra cui altri esponenti politici. In particolare questa parte dell’indagine riguarda le modalità con cui l'imprenditore varesino si sarebbe attivato per il cambio di destinazione urbanistica di un’importante area, da industriale a commerciale, per potervi costruire un’attività̀ commerciale; di come professionisti e imprese abbiano ottenuto fittizi incarichi di consulenza, conferiti da società a partecipazione pubblica, in cambio della successiva retrocessione agli indagati di una parte dell'incasso. Non solo: nell'indagine milanese si contesta anche la truffa ai danni del bilancio dell’Unione Europea in relazione a fittizi contratti stipulati per mansioni di collaborazione con spese a carico del Parlamento europeo, creando così 'provviste' di denaro a favore degli indagati mediante la retrocessione di una quota del corrispettivo liquidato. Tra i reati contestati anche l'emissione di fatture false.