"Se paragonassimo la situazione a un semaforo, oggi siamo al semaforo arancione. Abbiamo lasciato il verde. Dire che la situazione è sotto controllo è una grande parola, però è pur vero che in questo momento abbiamo 70 persone in terapia intensiva e 580 persone ricoverate. La punta massima di marzo è stata 356 persone in terapia intensiva e 2400 ricoverati. La crescita è più lenta e il 96-97% dei positivi non sviluppa sintomi. Questo non vuol dire che dobbiamo fare la ‘festa della liberazione’ e dobbiamo essere sul pezzo, pronti al peggio". Lo ha detto a Sky TG24, il governatore della Regione Veneto Luca Zaia. "Il motivo – ha aggiunto – dovremmo chiederlo agli scienziati, se riescono a spiegarselo senza litigare tra di loro, ma io so che clinicamente noi abbiamo più incremento di pazienti non critici negli ospedali ma le terapie intensive ancora tengono".    

In Veneto non ci saranno nuove misure restrittive, ha assicurato il presidente della Regione. "Oggi assolutamente no - ha detto -, in questo momento no. Questo non vuol dire che abbiamo abbassato la guardia, ma anzi siamo pronti con l’artiglieria pesante: dalle 494 terapie intensive in dotazione nel Veneto ora ne abbiamo già predisposte un migliaio. Stiamo seguendo con attenzione l'evolversi della situazione: la mia ordinanza è pronta, ma non la presento perché la situazione è ancora con il semaforo di colore arancione e dall'altra perché sembra che il governo nel fine settimane presenterà le sue misure. E voglio evitare che i due provvedimenti possano collidere, creando confusione e ansia nei cittadini. La situazione va seguita e accompagnata".

"Nessuna chiusura in vista con altre regioni", ha assicurato Zaia. "Il virus - ha detto - non conosce confini, per questo ho contestato la decisione della Svizzera di chiudere i confini a quattro regioni italiane, tra cui il Veneto: mentre il governo italiano non ha battuto ciglio...", ha polemizzato Zaia. "Così come la Germania che ha messo in quarantena tutta l'Italia. Il problema è che non esiste un coordinamento sanitario in questa Europa. Rispetto la decisione della Germania e degli altri Paesi, ma così si riparte con la babele sanitaria della scorsa primavera", ha stigmatizzato. "Io comunque al momento non ho intenzione di chiudere i confini con le altre regioni", ha concluso.

In questo momento ci sta preoccupando il tema delle case di riposo - ha detto ancora Zaia -, siamo l’unica regione che fa i test tra gli operatori e gli ospiti ogni sette giorni, però quando il virus entra nelle case di riposo fa danni. Ai cittadini dico di indossare le mascherine e rispettare le regole, perché il vero unico problema del Covid è rappresentato dal fatto che riesce a mandare in tilt il sistema ospedaliero e a quel punto non siamo più in grado di dare risposte sanitare agli oncologici, agli infartuati, a chi sta male e a tutti coloro che quotidianamente vengono nei nostri ospedali. In Veneto i cittadini rispettano le regole, c’è ancora qualche eccezione di chi magari pensa che il Covid sia tutta un’invenzione o sia portato dai marziani".