NAPOLI. «Ho riflettuto a lungo e questa volta, per queste elezioni, ho deciso di fare un passo di lato». Armando Cesaro, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale della Campania, ha annunciato così la sua decisione di non candidarsi alle elezioni regionali in Campania.

Una scelta, ha spiegato Cesaro in conferenza stampa, che è «personale» e quindi non legata alle recenti dichiarazioni del leader della Lega Matteo Salvini, che ha più volte mostrato contrarietà alla presenza di Cesaro nelle liste del centrodestra. Una scelta che è stata presa «nella serenità che mi ha sempre contraddistinto» ma che non esclude il suo impegno «nel partito, per Forza Italia e soprattutto per il presidente Berlusconi». 

Armando Cesaro, di recente chiamato in causa dal leader della Lega Matteo Salvini che ha dichiarato di «non volere un Cesaro al mio fianco», ha sottolineato che «Berlusconi mi ha chiesto di essere in campo e a quel punto la mia scelta è diventata personale e di nessun altro. Ognuno è padrone in casa proprio, ognuno ritiene opportuno fare determinate scelte all'interno del proprio partito e con il proprio leader. Il mio leader si chiama Silvio Berlusconi e nessun altro».

«Salvini fa il suo gioco, non mi vuole in campo perché pensa di racimolare qualche preferenza in più, ma ha sbagliato palazzo». Commentando le recenti dichiarazioni del leader della Lega Matteo Salvini, che ha auspicato «liste di qualità» e la «fine dell'epoca dei Cesaro e dei Cosentino», ha aggiunto: «Il leader della Lega spesso e volentieri in questi giorni parla di me. Sono onorato che un leader di un grande partito parli di un semplice consigliere regionale di una “piccola" regione del Sud. A Salvini chiedo semplicemente di documentarsi su tutto quello che ho fatto in questi anni. Ma se uno è giustizialista deve esserlo con tutti. La storia ci ha insegnato che occorre diffidare sempre dai moralisti, ce lo ha insegnato la storia, il mio partito e il presidente Berlusconi».

Interpellato infine sulla sua eventuale presenza all'apertura della campagna elettorale del candidato del centrodestra Stefano Caldoro, Armando Cesaro ha risposto: «Penso ci sarò, sperando che non ci sia Salvini, visto che non ha piacere a stare sul palco con me».

«C'è un'ingiustizia in tutto questo e negli attacchi che non ho meritato. Forse sono diventato un problema politico per qualcuno, e quindi con serenità faccio questo passo di lato che non è dovuto a chi mi chiede di farlo. Ho specificato che non lo faccio per questo, ma per una serenità mia e di chi mi sta intorno».

Armando Cesaro ha ricordato di essere coinvolto in un'inchiesta su presunti episodi di voto di scambio risalenti alle elezioni del 2015 ma si è detto «sereno» perché «sono convinto di essermi comportato nella maniera più corretta possibile, sono stato eletto con 30mila preferenze e ho guardato negli occhi tutti i miei elettori», sottolineando inoltre che «in Italia c'è il problema che non si aspetta il terzo grado di giudizio e qualunque politico, che si chiami Armando, Tizio, Caio o Matteo, se incappa in un procedimento è già condannato dall'avviso di garanzia».

Sull'inchiesta che ha recentemente coinvolto il padre, il senatore Luigi Cesaro, ha invece sottolineato: «È un'inchiesta che non mi riguarda, in quelle carte io non ci sono. Siamo in Italia, dove la responsabilità penale è personale. Lo dico non ai giornalisti, ma a qualcuno che da fuori cerca di immischiarmi in vicende che non mi appartengono».

«Sulle vicende delle ultime settimane mi sono ripetutamente confrontato con il presidente Berlusconi e nulla impediva la candidatura alle elezioni regionali di Armando. Però sono valutazioni personali che deve fare la persona interessata» ha detto Domenico De Siano, senatore e coordinatore regionale di Forza Italia in Campania, presente in conferenza stampa.

De Siano ha ringraziato «il capogruppo e l'intero gruppo di consiglieri regionali per il loro lavoro svolto in questi 5 anni. Come Forza Italia noi siamo stati convintamente all'opposizione del governo regionale e abbiamo fatto un'opposizione costruttiva».