NAPOLI. La «Regione Campania mi ha chiesto un aiuto per favorire un’intermediazione con l’estero per trasferire i rifiuti prodotti in regione e per velocizzare le procedure amministrative soltanto a metà luglio di quest’anno, quando invece il problema della chiusura dell’inceneritore di Acerra si sapeva da luglio del 2018. Se la Regione Campania si fosse mossa prima, male non avrebbe fatto». È la stoccata nei confronti di Palazzo Santa Lucia del ministro dell’Ambiente Sergio Costa, a Scampia per un incontro con i ragazzi del Campus Antimafia organizzato dall’Officina delle Culture Gelsomina Verde avente come tema le Terre dei fuochi di tutt’Italia. L’assist del ministro viene preso al volo da Michele Cammarano, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle: «Sono passati 4 anni dall'insediamento di De Luca in Regione Campania e ricordo gli anatemi del settembre 2015 quando in pompa magna declamava “mai più ecoballe”, “mai più terra dei fuochi”. Le ecoballe sono quasi tutte ancora lì dove erano 4 anni fa e la terra dei fuochi si è solo spostata più a sud, da Caserta a Battipaglia dove ogni anno puntuali come le ferie si incendiano capannoni e rifiuti. In questi giorni il governatore prende finalmente coscienza dei suoi fallimenti e chiede formale aiuto al ministro dell’Ambiente per risolvere l'emergenza legata alla chiusura per manutenzione del termovalorizzatore di Acerra che avverrà tra 2 mesi. È un'altra dimostrazione del fallimento del suo piano di gestione, perché finalizzato unicamente allo smaltimento delle ecoballe senza alcun intervento concreto sull’economia circolare e su politiche di sensibilizzazione attiva dei territori e dei cittadini sulla riduzione della produzione dei rifiuti, sul riutilizzo e sulla raccolta differenziata. In Campania anche una semplice manutenzione diventa emergenza». (segue) (Ren) NNNN

ROGHI E POLEMICHE. Intanto è polemica anche fra il ministro dell’Ambiente, Costa, e il ministero dell’Interno. «Nessun incendio negli ultimi tre mesi negli impianti di trattamento e stoccaggio di rifiuti nella cosiddetta Terra dei Fuochi», dichiarano fonti del Viminale. «Nelle privince di Napoli e Caserta, nel periodo gennaio-aprile 2019, sono state controllate 506 attività imprenditoriali e commerciali a fronte delle 469 nel primo quadrimestre del 2018 e sequestrate 132 aziende rispetto alle 119 dello stesso periodo dell’anno precedente. Trenta gli arresti, nel periodo gennaio-aprile 2019, tutti nell'area metropolitana di Napoli. I numeri dimostrano che il Viminale ha fatto la propria parte, ma se l'intenzione del ministro Costa è attaccare il ministro dell’Interno nonché leader del partito più votato alle elezioni di maggio, si ricordi che dove governa la Lega non ci sono problemi con gli impianti o con la raccolta dei rifiuti. Il modello dev'essere quello europeo, che dai rifiuti ottiene ricchezza ed energia, non certo quello di certi amministratori locali di 5Stelle o Pd che costringono i propri territori alla perenne emergenza». Pronta la replica del ministro Costa: «Siamo ben consapevoli che i roghi stanno diminuendo, quelli degli impianti. Ma lo vada a dire in Terra dei Fuochi dove i cittadini sono ammorbati tutti i giorni da roghi per strada nelle campagne dove vengono incendiati i rifiuti smaltiti illecitamente».

TERMOVALORIZZATORI. L’impianto di Acerra andrà in manutenzione da settembre per circa 40 giorni e senza un piano alternativo su scala organizzato nei minimi dettagli, il rischio è di una vera e propria emergenza rifiuti sui vari territori come in parte già s’assiste a Napoli e non solo. Il ministro Costa in ogni caso assicura: «Fermo restando che la negoziazione con l’estero non può essere fatta dal ministero dell’Ambiente, ma dal soggetto regionale, sicuramente non mi tirerò indietro e farò la mia parte mediando come fatto per Roma. Le bonifiche, non solo in Campania ma in tutt’Italia, procedono ancora troppo lentamente, non possono durare vent’anni. Così il cittadino il risultato non lo vede».

Ma intanto il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini spinge per la costruzione di nuovi inceneritori in Campania, uno per ogni provincia. Ma il ministro Costa da quest’orecchio sembra non ci sente ed anzi risponde con fermezza al leader leghista. «I rifiuti speciali abbandonati in strada, ad esempio vernici o pellami, non rientrano nella filiera legata all’attività di un inceneritore. Si confondono le mele con le banane. Gli sversamenti di rifiuti speciali sono atti criminali, parliamo di criminalità organizzata e questi materiali non potranno mai andare in un inceneritore. È un discorso tecnico non politico».

COMUNE DI NAPOLI E STIR. «Le gare per svuotare gli stir da circa due anni sono ferme e per questo i camion restano bloccati in coda»: a parlare è l’assessore all’Ambiente del Comune di Napoli, Raffaele Del Giudice che spiega che «il tavolo regionale ha avviato nuove gare che firmeremo per la fine del mese, svuoteremo gli stir ma a prezzi molto più alti, perché il mercato adesso è cambiato. Se prima si viaggiava sui 190 euro a tonnellata adesso si arriva a oltre 250 euro. Il mercato è questo e non avendo impianti siamo costretti a partecipare a quei prezzi. Per questo motivo ho chiesto al governo l'insediamento di una cabina di regia nazionale che ottimizzi l'uso degli impianti esistenti in Italia». Sulla questione è intervenuto anche il sindaco de Magistris: «Ci aspettiamo che la Regione faccia la sua parte ma, intanto, noi lavoriamo per tutto il mese di agosto. Bisogna fare questo, lavorare e straparlare un po' meno», ha deto il primo cittadino replicando agli attacchi ricevuti ieri da Vincenzo De Luca. Il presidente della giunta regionale ha sostento che il problema dei cumuli di rifiuti a Napoli sia causa di Comune e Asia, e de Magistris hareplicato spiegando che non bisogna «metterla in caciara e occorre evitare che chi ha le responsabilità maggiori poi le scarichi su chi non ha nessuna responsabilità. Dobbiamo lavorare insieme perché ho a cuore Napoli e perfino la nostra regione. Stiamo lavorando con un'ottima cooperazione anche con la Regione: è una situazione difficile ma riusciremo a superare anche crititicità e contingenze. È una grande sfida ma ci sono le condizioni per vincerla. Esiste però qualcuno che ha interesse a fare in modo che non si superino le criticità - avverte de Magistris -, sono i nemici della citta', pronti a giocarsi la loro partita in ogni ambiente».