Un detenuto marocchino di 34 anni si è tolto la vita impiccandosi ieri nel carcere di Benevento. Lo rende noto il garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello. Il 34enne, giunto nel carcere beneventano lo scorso 1° agosto proveniente da quello di Carinola (Caserta), era ristretto nel reparto “sex offenders", che ospita 19 persone.

Il magistrato, fa sapere Ciambriello, ha liberato la salma e la direzione del carcere ha avvertito l'Ambasciata marocchina a Roma, dato che l'uomo non aveva parenti e nessuno è andato mai a visitarlo in carcere. Sarebbe uscito l'anno prossimo dal carcere.

Risale a maggio dello scorso anno l'ultimo suicidio che si è verificato nel carcere di Benevento. Secondo Ciambriello «ancora una volta disagi psicologici personali, sommati alle condizioni di vita nelle carceri, all'isolamento affettivo, al clima ambientale psicologicamente usurante delle carceri, alla mancanza di progettualità specifiche, portano a morire di carcere e in carcere. Siamo in Campania all'ottavo suicidio dall'inizio dell'anno, 40 in tutta Italia. Ormai è una strage silente, nell'indifferenza generale, anche degli addetti ai lavori, della politica, del Ministero della Giustizia, delle istituzioni ai vari livelli». 

Ciambriello sottolinea come «il tema della prevenzione dei suicidi non possa essere ristretto alla riflessione e alla responsabilità solo di chi si trova a gestire il carcere. Invoco più personale di figure sociali, di progetti, di attività anche in questo periodo. Nel mese di settembre, a cura del mio ufficio di garante, inizieranno una serie di progetti, di iniziative nelle carceri campane. Proprio a Benevento, è stato previsto un progetto per i detenuti e le detenute in carcere per reati sessuali», conclude Ciambriello.