Melanoma, in Campania 1.100 nuove diagnosi nel 2019
di Redazione
Mer 04 Dicembre 2019 16:03
NAPOLI. Le ricerche condotte all'Istituto Pascale di Napoli segnano la via della lotta al melanoma anche nel resto del mondo. Lo dimostrano gli studi sul microambiente tumorale: oggi è possibile far diventare caldo l'ambiente in cui le cellule malate vivono, per migliorare l'efficacia dell'immuno-oncologia. Un approccio positivo, che ha dimostrato di funzionare anche in pazienti che non rispondono all'immuno-oncologia (oltre il 30% di risposte nei pazienti che hanno fallito un precedente trattamento con anti-Pd-1/Pd-L1). I dati sono presentati al convegno internazionale Immunotherapy Bridge, organizzato dalla Fondazione Melanoma, che si svolge dal 5 al 7 dicembre a Napoli (Hotel Royal Continental), con la partecipazione di più di 200 esperti da tutto il mondo.
«I risultati ottenuti sbloccando il “freno" del sistema immunitario, costituito dai recettori Ctla-4 e Pd-1, sono importanti e, considerando tutti i tumori, circa il 50% dei pazienti risponde alle terapie immuno-oncologiche che, utilizzate da sole o in combinazione, hanno profondamente modificato lo standard di cura del Melanoma e di altre neoplasie - afferma il prof. Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell'Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell'Istituto Nazionale Tumori Irccs Fondazione “G. Pascale" di Napoli -. Vogliamo aumentare l'efficacia dei farmaci immuno-oncologici per superare i meccanismi di resistenza, che impediscono a circa il 50% dei pazienti di beneficiarne. Una delle chiavi si trova nel microambiente tumorale, cioè nell'ambiente in cui le cellule malate vivono. Il microambiente caldo (infiammatorio) risponde alle terapie immuno-oncologiche perché contiene cellule del sistema immunitario, quello freddo invece sviluppa resistenza perché è privo di infiltrato linfocitario. Le strategie immediate della ricerca mirano proprio a modificare il microambiente freddo, ad esempio utilizzando proteine che giocano un ruolo chiave nella difesa dell'organismo (Toll-Like Receptor Agonist), in sequenza con un'altra molecola immuno-oncologica, ipilimumab». Nel 2019, in Campania, sono stimati 1.100 nuovi casi di melanoma (600 uomini e 500 donne).
Al convegno internazionale, che costruisce un "ponte" della ricerca che unisce Napoli con tutto il mondo, è stato invitato il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Lo scorso ottobre, infatti la Regione è stata la prima in Italia, su richiesta del Direttore Generale del "Pascale" Attilio Bianchi, a fornire gratuitamente a tutti i pazienti la combinazione di due molecole, nivolumab e ipilimumab. Un anno fa, la terapia era stata approvata dall'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), ma lasciata in fascia C, impedendone così la rimborsabilità da parte del Servizio Sanitario Nazionale.
«Si è creato in questo modo un grave danno per i pazienti colpiti da melanoma - sottolinea il prof. Ascierto -, soprattutto per i cittadini con metastasi cerebrali, circa il 40% del totale, per i quali questa combinazione ha evidenziato risultati importanti: il 70% delle persone è libero da recidiva a 2 anni». «Ringraziamo il Presidente De Luca per la sensibilità e l'attenzione dimostrate - spiega il dottor Attilio Bianchi -. Recentemente proprio il 'Pascale' è stato identificato come primo istituto in Italia per il trattamento del melanoma. Vogliamo mantenere questo primato e i pazienti hanno il diritto di accedere subito alle terapie salvavita. L'immuno-oncologia rappresenta una delle priorità del nostro Istituto, che vanta un'esperienza che non ha eguali a livello internazionale. Circa il 20% dei nostri pazienti viene da fuori Regione a testimoniare l'eccellenza raggiunta».
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