«Parte dalla Campania la mobilitazione nazionale a difesa della scuola pubblica e dell'unità del nostro Paese». Lo dichiara il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che ha promosso questa mattina un'assemblea generale sulla scuola nella sala congressi della Stazione Marittima di Napoli sul tema "Salvare la scuola pubblica", invitando sindaci, dirigenti scolastici, docenti, sindacati, studenti. «Occorre dare dignità e retribuzioni europee ai nostri docenti; occorre evitare riduzioni irresponsabili del dimensionamento scolastico; occorre sostenere chi lavora nelle zone disagiate e nelle aree interne; occorre uno studio formativo moderno e raccordato con il mondo produttivo; occorre moltiplicare e semplificare gli Its e, diversamente da quanto avvenuto nella legge finanziaria, occorrono nuove risorse per l'edilizia scolastica e una valorizzazione piena e permanente dei docenti di sostegno; occorre cioè tutto il contrario di una divisione del Paese anche nel sistema scolastico», aggiunge De Luca. 

AUTONOMIA. «Siamo già in battaglia, ovviamente. Non so quello che conterrà la nuova bozza, ma è evidente che, se qualcuno continuerà a ripeterci che l'autonomia differenziata si fa a costo zero per le finanze pubbliche, vuol dire che ci stiamo prendendo in giro». De Luca ha ribadito la propria posizione a «difesa dell'unitarietà del sistema scolastico e dell'unitarietà del sistema sanitario. La gestione della sanità - ha sottolineato De Luca - dev'essere totalmente delle Regioni, lo Stato non c'entra niente, ha dato prova di inefficienza assoluta, ma la qualità del servizio e il livello del servizio dei cittadini dev'essere un valore nazionale e non regionale. Sono tempi delicati, dobbiamo stare attenti perché rischiamo davvero di rompere l'unità del nostro Paese». 

STIPENDI. «Differenziare gli stipendi dei docenti sulla base del costo della vita è un'idiozia dal punto di vista gestionale e sarebbe un altro modo per dividere l'Italia in due». «Con questa manifestazione - ha spiegato De Luca - la Campania promuove una mobilitazione di massa che vogliamo estendere a tutta Italia per difendere la scuola pubblica. Un passo alla volta ci stiamo avvicinando all'obiettivo di privatizzare anche la scuola pubblica che, insieme alla sanità, resta il principale servizio di civiltà del nostro Paese. Noi vogliamo adeguare gli stipendi di tutti i dipendenti della scuola e, semmai, dare un aiuto ai docenti che vanno a lavorare nelle aree disagiate, nelle zone interne, ma nessuno pensi di differenziare gli stipendi sulla base del costo della vita, cioè delle regioni. Questa idea è un'idiozia e va assolutamente contrastata, così come va contrastata l'idea del Governo del numero di istituti scolastici, che significherebbe meno personale e scuole più affollate. Poi dobbiamo avere più risorse. L'attuale legge di bilancio non stanzia un euro per i prossimi tre anni per l'edilizia scolastica e riduce le risorse per la fascia 0-6 anni. Mentre fanno cose demagogiche a parole, nella sostanza si tagliano le risorse e si lavora per privatizzare anche il servizio pubblico scolastico. Noi siamo qui per difendere la scuola pubblica come servizio di civiltà, la dignità professionale ed economica del mondo della scuola, e per avvicinare la scuola  al mondo produttivo, facendo scelte semplificate ed efficaci». 

DIMENSIONAMENTO. «Siccome siamo gente di poca fede e non ci fidiamo, noi abbiamo deciso di impugnare la decisione del Governo sul dimensionamento davanti alla Corte Costituzionale. Faremo l'impugnativa. Per quello che ci riguarda è incostituzionale e non l'accettiamo». «Siamo i primi, ci auguriamo che altri colleghi e confratelli del Sud, del Regno delle Due Sicilie, ci sostengano. Ovviamente - ha aggiunto De Luca - deciderà in piena autonomia la Corte Costituzionale, ma intanto noi diciamo di no. Ricorso alla Corte Costituzionale, non facciamo nessun dimensionamento prima della pronuncia della Corte Costituzionale. E' tempo di farla finita, non ho la vocazione ad essere amico di tutti quanti, in un paese in cui sono tutti amici di tutti. Meno demagogia per quanto riguarda la nazione e più concretezza, meno parole sull'Italia e un po' più di rispetto per il lavoro e la vita degli italiani». 

NUOVA BOZZA. «Dobbiamo combattere perché davvero siamo arrivati a un bivio estremamente pericoloso. Mi è arrivato un messaggio qualche minuto fa, Calderoli ha presentato la nuova bozza di autonomia differenziata, ha tolto da mezzo il riferimento alla spesa storica. Ma anche questa rimane una finzione, perché poi dice che è una commissione tecnico-politica che deve valutare le risorse da trasferire». «Questo divario volete recuperarlo o no? Perché alla fine arriveremo alla sostanza, e lì giochi di prestigio non se ne possono fare più» ha aggiunto De Luca.

OTTO MILIARDI. «Poniamo in maniera forte il problema della dignità retributiva del personale scolastico italiano. Occorrono 8 miliardi di euro per parificare i docenti italiani alla media europea. Trovateli».«Cominciamo ad alzare il tiro. La scuola pubblica non si tocca e la dignità dei docenti va ripristinata, perché non c'è più», ha aggiunto De Luca.