NAPOLI. Racket per il nuovo clan Giuliano, il cerchio delle indagini a un passo dalla chiusura. Nel giro di appena ventiquattro ore sono stati assicurati alla giustizia due dei rampolli ricercati in seguito al rocambolesco blitz messo a segno la scorsa settimana in vico Pace, dove il commando della storica cosca di Forcella stava cercando di incassare l’affitto da sei studentesse domiciliate in un appartamento confiscato alcuni anni fa. Fuga finita, dunque, per Alessio Vicorito e Cesare Marra, fratello di Antonio, quest’ultimo già arrestato in flagranza di reato dalla polizia. Entrambi sono da tempo volti ben noti agli archivi delle forze dell’ordine. Il loro coinvolgimento nella vicenda è però emerso nell’ambito di due distinti filoni di indagine. Cesare Marra, 29 anni, è stato infatti arrestato in esecuzione di una seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’indagato è stato individuato dagli uomini in divisa venerdì sera mentre si aggirava per il quartiere e tratto in arresto.

Discorso diverso, invece, per Alessio Vicorito, il quale, dopo alcuni giorni trascorsi da uccel di bosco, ieri pomeriggio ha deciso di presentarsi spontaneamente nel carcere di Poggioreale, accompagnato dal proprio avvocato di fiducia, il penalista Roberto Saccomanno, che assiste tra l’altro anche Marra. Toccherà adesso al loro difensore cercare di limitare i danni, o puntare addirittura a un ribaltamento delle accuse, in sede di Riesame. Intanto i due presunti aguzzini sono accusati di estorsione e tentata estorsione, reati aggravati dal metodo e dalla finalità mafioso.

Allo stato attuale resta dunque un unico irreperibile, il 32enne Gennaro Imparato, dileguatosi dopo il blitz di vico Pace. Quando sabato scorso il commando è piombato nell’abitazione al piano terra di vico Pace 7 ad attenderli hanno infatti trovato gli uomini della Mobile e del commissariato Vicaria-Mercato che subito li hanno bloccati e ammanettati. L’operazione è stata però tutt’altro che semplice. Quando la polizia è intervenuta è scattato il fuggi fuggi generale e in quel trambusto due degli componenti della paranza sono riusciti a dileguarsi. I malviventi, entrambi noti per i loro guai con la legge, sono stati però riconosciuti dai detective della Polstato, tant’è che i loro nomi figurano all’interno dell’ordinanza di custodia cautelare emessa pochi giorni fa dal gip de Angelis: anche per loro, accogliendo la linea della pubblica accusa, il giudice aveva dunque disposto la custodia cautelare in carcere.

Quanto ai primi quattro fermati, vale a dire Salvatore Giuliano, figlio di “Zecchetella”, il cugino Cristiano Giuliano, Antonio Morra e Giuliano Cedola, in sede di udienza di convalida si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere, senza rendere alcuna dichiarazione spontanea. Il gip non ha comunque battuto ciglio e, preso atto della gravità del quadro indiziario, ha disposto per loro la custodia in carcere. Toccherà adesso al collegio difensivo (avvocati Roberto Saccomanno, Leopoldo Perone e Francesco Esposito) cercare di limitare i danni in vista del prossimo, eventuale ricorso al tribunale del Riesame. Per il momento, però, la permanenza dei sei rampolli del clan Giuliano a Poggioreale non è in discussione. Salvatore Giuliano, dopo aver scontato la condanna definitiva per l’omicidio dell’innocente Annalisa Durante, era tornato in libertà lo scorso anno. “’O russo” non ha però perso tempo e subito si sarebbe rimesso alla guida di nuova paranza per tornare a spadroneggiare tra i vicoli di Forcella.