«Nelle prossime ore mi impegnerò per fare i necessari passi giuridici, amministrativi e istituzionali affinché non ci siano strappi ma affinché si continui a lavorare per aprire una nuova fase, ma senza snaturare la storia che ci ha consegnato San Gennaro». Lo ha detto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris in relazione al decreto del Viminale che potrebbe provocare la modifica dei criteri di nomina della Deputazione di San Gennaro, da sempre organismo laico e, da statuto, guidato proprio dal sindaco della città di Napoli. Una modifica che comporterebbe l'ingresso di componenti di nomina della Curia napoletana. De Magistris, sottolineando che la questione è «giuridicamente controversa» e di averne già parlato con il prefetto di Napoli Gerarda Pantalone, si è detto «contrario» rispetto alla strada intrapresa e indicata dal decreto del Viminale perché, ha spiegato, «nella storia si è trovata una straordinaria sintesi tra il momento laico e quello religioso che viene rappresentato da San Gennaro che interpreta tutta la città, la Deputazione e la cappella». «Secondo me - ha aggiunto - si deve trovare una formula che non vada a turbare equilibri consolidati. Penso che si debba lavorare per la scrittura di un nuovo statuto, che una nuova fase si debba necessariamente aprire, ma senza che si vada a snaturare la storia ci ha consegnato il nostro Santo Patrono che mi pare porti bene».

Ma la decisione non è stata digerita dalle associazioni che hanno deciso di scendere in piazza sabato proprio davanti al Duomo. L’intenzione, scrivono sulla pagina Facebook dell’evento, è di evitare «che la Curia e quindi il Vaticano, metteranno le mani sul Tesoro più prezioso al mondo, quello che di gran lunga batte il tesoro della regina d'Inghilterra e dello Zar di Russia e che fino a questo momento è stato di proprietà di tutti i napoletani. Già una volta il Vaticano aveva provato a mettere le mani sul tesoro». Nel secondo punto i manifestanti precisano «che la nostra identità, la nostra straordinaria indipendenza culturale, verrebbero depauperate, noi stessi in quanto proprietari del Tesoro ne saremmo impoveriti moralmente oltre che materialmente». 
Nell’ultimo punto si sottolinea che con la decisione del Viminale «rinunciamo a una parte consistente e gloriosa della nostra Storia, 5 secoli in cui abbiamo dimostrato di poter fare a meno del potere di Roma». 
«Troviamo veramente vergognoso tutto questo - affermano ancora gli organizzatori della manifestazione Francesco Andoli, Stefano Maria Capocelli, Luca Delgado e Elena Lopresti - Crediamo sia giunto il momento di dire basta all'incessante sottrazione delle nostre ricchezze. Ancora una volta, lo Stato italiano, non tenendo minimamente in considerazione la storia di questa città di cui ignora tutto, ci impone un provvedimento che cancella la nostra identità». 
Per questo annunciano un'azione dimostrativa nella Cappella di San Gennaro. Alle 15 è previsto l’appuntamento sul piazzale del Duomo, alle ore 15,30, dicono gli organizzatori: «Entreremo in Cattedrale e andremo ad apporre dei fiocchi bianchi (come quello sventolato dal membro della deputazione quando annuncia al popolo che il miracolo è avvenuto) sul cancello di Cosimo Fanzago per ribadire ancora una volta che San Gennaro è dei napoletani e non si tocca».