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01 Aprile 2022 - 07:49
Colpo di scena in Cassazione: “salvo” anche il sicario Vincenzo Di Lorenzo.Condanna annullata per Addolorata Staterini, processo d’appello da rifare
NAPOLI. Due condanne annullate in un colpo solo e il clan Vastarella si ricompatta dopo alcuni anni trascorsi ai margini dello scacchiere criminale del rione Sanità. Il clamoroso colpo di scena è arrivato innanzi ai giudici della prima sezione della Corte di Cassazione, la quale ha cancellato le pene inflitte ad Addolorata Staterini, consorte del boss Patrizio Vastarella, e a Vincenzo Di Lorenzo, ritenuto uno dei componenti del gruppo di fuoco della cosca di via Fontanelle. Reduci da una condanna a 8 anni di reclusione a testa, entrambi ieri mattina sono stati scarcerati con il solo obbligo di firma. Gli ermellini della prima sezione hanno poi annullato, ma soltanto in merito alla determinazione della pena, la condanna inflitta al rampollo Fabio Vastarella; rigettato invece il ricorso proposto da Girolamo Esposito e dichiarati inammissibili quelli avanzati da Mike Korkoi e dal collaboratore di giustizia Daniele Pandolfi: per loro tre le condanne diventano dunque definitive. Il principale colpo di scena ha però riguardato le posizioni di lady Vastarella, difesa dall’avvocato Andrea Imperato, e Di Lorenzo, difeso dall’avvocato Dario Carmine Procentese.
I legali dei due imputati già nei due precedenti processi di merito hanno sostenuto a gran voce l’innocenza dei propri assistiti, mettendo l’accendo su alcune importanti zone d’ombra che sarebbero emerse dalle dichiarazioni del pentito Pandolfi, oltre che da alcune intercettazioni. Addolorata Staterini, in particolare, è stata inquadrata dagli inquirenti coma una delle figure di vertice della cosca: sarebbe stata lei, forte del suo status di consorte del boss, a godere di fiducia incondizionata, tanto da gestire in totale autonomia la cassa della cosca e fare all’occorrenza da messaggera tra il marito Patrizio e gli affiliati. Compromessa anche la posizione di Vincenzo Di Lorenzo, che secondo il pentito Pandolfi avrebbe fatto parte della batteria di fuoco del clan. L’imputato era tra l’altro solito frequentare l’abitazione del rampollo Fabio Vastarella: segno, sempre secondo il collaboratore di giustizia, della sua vicinanza ai vertici del clan. Sulla scorta di questo quadro indiziario Staterini e Di Lorenzo, dopo il blitz del 2018, sono stati così condannati a otto anni di reclusione a testa. Di quelle accuse, però, dopo l’ultimo vaglio della Cassazione non resta che un cumulo di macerie.
Dando ampio accoglimento alle argomentazioni degli avvocati Imperato e Procentese, la Suprema Corte ha infatti annullato le due condanne e disposto la celebrazione di un nuovo processo d’appello. Non solo, essendo nel frattempo ormai decorsi itermini di custodia cautelare, per Staterini e Di Lorenzo è anche scattata l’immediata scarcerazione, con il solo obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il loro ritorno in libertà potrebbe adesso innescare più di qualche fibrillazione tra i vicoli del quartiere. Fino al 2015 il clan Vastarella è stato impegnato in una guerra spietata contro i rivali EspositoGenidoni. Resta da capire cos’è cambiato nel frattempo.
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