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Dispetto al proprietario, “bussata” del racket o legame con la faida

Dispetto al proprietario, “bussata” del racket o legame con la faida

Le indagini sull’attentato messo a segno all’officina “Moto Design” in via Rodi. Il padre del titolare, legato ai Grimaldi, fu ucciso in un agguato nel 2010 a Soccavo

NAPOLI. Sono 3 le piste seguite dai carabinieri per risalire al movente e ai responsabili dell’attentato a un’officina di Fuorigrotta alla quale è stata incendiata la serranda l’altra notte: un dispetto al titolare, come lui stesso avrebbe ipotizzato agli investigatori; una “bussata” preventiva del racket; un possibile e indiretto collegamento con la faida di Fuorigrotta in corso tra i Troncone e i Sorianiello del Rione Traiano. Vittima del raid è Alessio Cappello, 29enne incensurato di via Tertulliano, che attraverso un video postato su TikTok ha raccontato la vicenda con un mezzo sorriso mentre mostrava i danni al locale: “guardate che mi hanno fatto per gelosia. Ma che vi manca?”. Suo padre Luigi, ritenuto legato ai Grimaldi di Soccavo, fu ammazzato nel 2010.

Qualcuno, intorno alle 3 nella notte tra venerdì e sabato, ha cosparso di benzina la saracinesca dell’officina “Moto Design” in via Rodi 12 e poi ha appiccato lo fuoco. L’allarme è subito arrivato ai carabinieri della compagnia Bagnoli, i quali hanno sentito il gestore dell’officina specializzata nelle “ due ruote” facendo partire le indagini in diverse direzioni. Va premesso che Alessio Cappello, originario e residente nel Rione Traiano, non risulta legato a nessun clan di camorra a differenza del genitore, vittima di un agguato il 13 febbraio 2010 in via Bottazzi a Soccavo. Per le forze dell’ordine era vicino ai Grimaldi e il delitto, ancora irrisolto, precedette di poco la scissione dei Vigilia. Forse ne fu una conseguenza. Che c’entra quel vecchio omicidio con l’incendio all’officina?

Probabilmente nulla, secondo gli investigatori più esperti che si starebbero concentrando soprattutto sul movente privato senza ancora escludere completamente l’ipotesi del racket, pur in assenza almeno per ora di richieste di “pizzo”, e un collegamento indiretto con la faida tra i Troncone e i Sorianiello ritornata sotto la luce dei riflettori con il “botta e risposta” di marzo: prima la “stesa” in via Catone e poi gli spari contro la macchina della sorella del boss Vitale in via Costantino. Alessio Cappello comunque, non è affiliato al gruppo del Rione Traiano e ciò renderebbe più verosimile l’ipotesi del dispetto per motivi personali. Lui stesso nel video postato su TikTok, mostrando in pochi secondi la serranda annerita dell’officina danneggiata dice: “guardate la gelosia cosa fa fare alla gente. Ma che vi manca?”. Lo stabiliranno i carabinieri di Bagnoli nel corso delle indagini.

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