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Andrà giù il rudere dei Colli Aminei: è lì dal 1961

Andrà giù il rudere dei Colli Aminei: è lì dal 1961

È arrivata la fine del mostro ai Colli Aminei. Il rudere che dal 1961 incombe sui cittadini della zona verrà abbattuto. «La società proprietaria dell’immobile ha formalizzato la richiesta per avere tutte le autorizzazioni necessarie ai fini della demolizione» fa sapere l’avvocato Renato Rugiero. Lo conferma anche il consigliere della terza municipalità Gennaro Acampora durante la riunione di “Rosso democratico” al Bosco di Capodimonte. Ma, a distanza di un mese, l’approvazione tarda ad arrivare. Serve una quota di suolo pubblico. Uno spazio per poter dispiegare i macchinari impegnati nell’abbattimento. Ma non c’è. Ad essere d’intralcio, dei paletti dove sono collocati i fili degli autobus elettrici. L’intenzione non basta. Finché non verrà individuata un’altra soluzione tecnica, l’ufficio antiabusivismo non potrà finalizzare l’operazione. A smuovere l’impasse, la Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata. La Cila, obbligatoria per l’avvio delle operazioni, è stata presentata l’altro ieri a Palazzo San Giacomo. Trattandosi di una pratica edilizia piuttosto veloce, l’ufficio antiabusivismo potrà già entrare in azione. Dopo che l’approvazione sarà confermata, verrà comunicata la data di inizio lavori. Intanto, procede l’interlocuzione tra il Comune, la commissione urbanistica, terza municipalità e gli enti proprietari del fabbricato. «L’obiettivo si vuole raggiungere, è un lavoro che portiamo avanti da mesi» afferma Gennaro Acampora in merito alla cooperazione per individuare l’iter definitivo da seguire. Non ci credono ancora i cittadini dei Colli Aminei che da anni lottano contro un attentato alla sicurezza della comunità. L’edificio degradato, trovandosi nei pressi di due scuole d’infanzia e del pronto soccorso del Cto, centro traumatologico ortopedico, rappresenta una minaccia soprattutto per bambini e pazienti. Oltre ad essere rifugio per senzatetto e fonte di pericolo sismico. Un’ombra nera, estesa a macchia d’olio, tra le strade del quartiere. L’edificio all’11A fu abbandonato al suo degrado già dall’anno della tentata costruzione. Non fu mai terminato perché la giustizia amministrativa annullò le concessioni nel bel mezzo dei lavori. La costruzione doveva essere finalizzata a scopi agricoli, e non residenziali. Da quel 1961, lo scheletro a sei piani è stato oggetto di svariati processi. Nel 1963, la prima sentenza giudica la non legittimità della costruzione. Negli anni 90 si cambia rotta. Nel 2001 arriva di nuovo l’ordine di demolizione. Ma l’anno dopo i lavori si bloccano per un vizio di forma. Nel 2019 è ufficiale: il palazzo si deve abbattere. Nel 2024, il palazzo è ormai rudere. La sua imponenza oscura la speranza di chi non ne puó più. Ma oggi qualcosa è cambiato. L’anno prossimo, il rudere abusivo ai Colli Aminei potrebbe non esistere più.

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