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Malanapoli
18 Giugno 2024 - 18:03
NAPOLI. Un litigio violento nel corso nella stessa serata, poi l’agguato in vico Canale a Taverna Penta. Così si spiegherebbe, nella tarda serata dell’altro ieri, il ferimento a un gluteo di Pietro Savio, 36 anni da poco compiuti, figlio del famoso boss ergastolano Pietro “’o bellillo”, legato ai Mariano nell’epoca d’oro dei clan dei Quartieri Spagnoli. Per gli investigatori che conducono le indagini (i poliziotti della sezione “Omicidi” della Squadra mobile della questura) il movente potrebbe essere camorristico ma non legato a uno scontro tra gruppi malavitosi. Piuttosto, è la tesi prevalente al momento, si sarebbe trattato di una vendetta dopo l’accesa discussione tra lui e due uomini sempre residenti in zona.
L’allarme è scattato alle 22,10 circa con una telefonata al 112. “Correte, stanno sparando in vico Canale a Taverna Penta”. Era vero e i poliziotti dell’Upg della questura e della Mobile hanno localizzato il tratto di strada in cui era appena avvenuto l’agguato. A terra infatti, c’erano ancora due bossoli calibro 7,65 a testimonianza dei proiettili che hanno centrato alla natica destra Pietro Savio. È presumibile che il 36enne si sia accorto del pistolero, spalleggiato da un complice, e si sia girato per togliersi dalla traiettoria dei colpi. Non c’è riuscito e si è accasciato mentre i malviventi, certamente non intenzionati a ucciderlo, fuggivano presumibilmente in sella a uno scooter.
Pietro Savio è tornato ad agosto 2023 ai Quartieri Spagnoli dopo un’assenza di due anni e mezzo, libero e senza misure di sicurezza a carico, trascorsi a pagare il debito con la giustizia. Le cronache non si occupavano di lui da ottobre 2020, quando la polizia lo arrestò eseguendo una misura cautelare per una rapina di Rolex dopo aver condotto brillantemente le indagini. Nell’inchiesta gli fece compagnia, ottenendo però i domiciliari, un altro personaggio noto sui Quartieri Spagnoli: Giovanni De Crezio detto “Boban”, ferito anni prima nel corso dell’agguato costato la vita a Mario Mazzanti.
Pietro Savio, al quale il padre chiedeva pubblicamente di non seguire le sue orme nel periodo della pubblicazione del libro “La mala vita”, fu arrestato per la prima nel 2012 a Formia proprio insieme al genitore mentre a San Felice al Circeo scattavano le manette, nell’ambito dello stesso procedimento penale, per un’altra coppia celebre dei Quartieri Spagnoli: Enrico “’e Fraulella” e Gennaro, anch’essi padre e figlio. Le accuse, poi cadute, riguardavano una tentata estorsione.
Ma è nel 2020, a ottobre, che Pietro Savio fu conosciuto anche al di fuori dei Quartieri Spagnoli. Secondo l’accusa era stato lui insieme al complice a picchiare un turista inglese a Montecalvario per strappargli dal polso un orologio del valore di 5.000 euro. L’episodio era avvenuto il giorno di Ferragosto precedente: la vittima fu pedinata fino a vico Lungo Teatro Nuovo, dove venne aggredita da un giovane che gli portò via il prezioso oggetto. Subito dopo fu raggiunto da un complice in sella a uno scooter e i due scapparono.
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