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Camorra
01 Luglio 2024 - 10:07
Blitz interforze: 4 arresti per riciclaggio per conto del clan Contini, sequestro beni a prestanome. Nonostante fossero detenuti al regime del carcere duro, due boss hanno dato ordine di reinvestire i soldi delle truffe degli orologi di lusso. Questa mattina la Squadra Mobile di Napoli, il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e lo Scico della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione ad un'ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, che dispone la custodia cautelare in carcere nei confronti di 4 persone appartenenti allo stesso nucleo familiare, 2 delle quali già detenute per altra causa, in quanto ritenuti a vario titolo gravemente indiziati di associazione mafiosa, minaccia, induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria, riciclaggio e autoriciclaggio, aggravati dal metodo mafioso, tranne che per uno di essi. I quattro arrestati sono Patrizio Bosti, i figli Ettore e Flora e Luca Esposito.
L'attività investigativa si è sviluppata attraverso il monitoraggio di soggetti legati al clan Contini nei quartieri San Carlo Arena, Vasto Arenaccia, Borgo Sant'Antonio Abate, inserita nel cartello di camorra dell'Alleanza di Secondigliano, al fine di verificarne le attività criminali con particolare riguardo al reimpiego di capitali di provenienza illecita. Le indagini hanno permesso di accertare che due elementi apicali del clan, nonostante la detenzione in regime di 41 bis, avrebbero continuato a svolgere un ruolo strategico, affidando incarichi direttivi a soggetti di propria fiducia, decidendo una totale inversione delle linee strategiche del clan (fino a quel momento impostate su una sostanziale pax mafiosa con il contrapposto cartello dei Mazzarella), promuovendo reati fine tipici sia dell'ala ''criminale'' che di quella ''imprenditoriale'', impartendo disposizioni volte ad indurre soggetti intranei o contigui a non collaborare con la giustizia, ovvero ad interrompere il percorso collaborativo, mantenendo rapporti congli altri gruppi criminali affiliati all'Alleanza di Secondigliano e, infine, dando indicazioni in ordine alla distribuzione delle ''mesate''.
Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, gli altri due arrestati avrebbero riciclato in società intestate a soggetti prestanome, operanti nei settori della gestione di rifiuti ferrosi, della telefonia e della locazione di immobili, i proventi di truffe perpetrate mediante la rivendita di orologi di lusso a cittadini extracomunitari. Inoltre, sono state eseguite perquisizioni delegate nei confronti ulteriori 9 soggetti, in quanto possibili detentori di denaro contante o altri beni per conto degli indagati. È stato inoltre eseguito il sequestro preventivo di due immobili intestati a prestanome e di somme di denaro pari a euro 353.709,95, quale profitto del reato di riciclaggio.
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