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Affitti brevi, solo il 32% è in regola

Da gennaio obbligatorio il Cin (Codice identificativo nazionale). Napoli maglia nera: il 78% non l’ha ottenuto

Affitti brevi, solo il 32% è in regola

NAPOLI. Quello degli affitti brevi è un tema caldo negli ultimi tempi, specialmente alla luce dell'avvicinarsi del termine ultimo per dotarsi del Codice Identificativo Nazionale: da gennaio, infatti, le strutture che ne risulteranno sprovviste saranno passibili di sanzioni che vanno da un minimo di 800 a un massimo di 8.000 euro per chi non ha richiesto il codice obbligatorio. La Fondazione Isscon e l'Osservatorio Nazionale Federconsumatori, con il contributo del Sunia, hanno realizzato un'indagine per misurare il livello di legalità degli affitti turistici nel nostro Paese, esaminando, nella prima metà di novembre quale fosse lo stato dell'arte sul fronte dell'adozione del Codice Identificativo Nazionale (Cin) e delle dotazioni di sicurezza degli immobili. I risultati dell'indagine rivelano una situazione ancora lontana dal pieno adempimento della normativa: su quasi mille immobili monitorati in 10 città campione, gestiti sia da host privati che da professionisti, presenti sulle principali piattaforme di settore, solo il 52% degli immobili in affitto turistico si è dotato dell'obbligatorio Cin.

Guardando la distribuzione territoriale delle irregolarità, i dati peggiori si rilevano a Napoli, dove solo per il 32% degli immobili in affitto breve è stato richiesto e ottenuto il Cin. Ma a seguire, nella classifica delle negatività ci sono Firenze (37%), Bologna (48%) e Torino (51%). Poco distanti Alghero (53%), Roma (54%), Venezia (57%). Chiudono la classifica Lecce e Catania con il 60% e Milano: il capoluogo lombardo è quello che ha il miglior dato, con il 67% dei Cin. rilasciati. Sul piano della sicurezza la situazione è ancora peggiore: gli immobili in regola contemporaneamente sia con il Cinche con tutti e tre gli elementi di sicurezza sono solo l'8,5%, cioè soltanto 1 su 12. La condizione peggiore, tra le dieci città che abbiamo misurato, è quella di Torino, dove sono pienamente in regola appena il 2,2% degli immobili in affitto breve, seguita da Bologna, Napoli e Firenze, con il 5,6%. Catania registra il 6,7%, Lecce il 7,8% e Venezia il 10. Milano registra il 17,7% e Roma il 19%, il miglior dato in assoluto, ma dentro un triste quadro di dati così fortemente negativi.

«È una situazione gravissima, che richiede provvedimenti mirati, per rendere più sicuro e sostenibile il turismo nel nostro Paese. È necessario ripensare un modello turistico che limiti il fenomeno dell'overtourism che sta snaturando le nostre città, con impatti negativi rilevanti sull'andamento dei canoni di locazione per le famiglie e per gli studenti, e con eccessivi carichi sui servizi pubblici locali. Al contempo serve sottoporre a obblighi stringenti i gestori delle strutture e le piattaforme, riportando una vasta parte di questo settore a comportamenti corretti, pienamente rispettosi delle norme di legge», sottolineano da Federconsumatori.

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