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Mazzarella, gli affari al Porto: traffici di droga e maxitangenti

Mazzarella, gli affari al Porto: traffici di droga e maxitangenti

Ecco cosa si “nasconde" dietro l'inchiesta sulla truffa per i lavori a via Marina

di Bruno Pavone 

NAPOLI. L’inchiesta sulle false fatturazioni che ha portato due mattine fa a sette arresti a Napoli parte dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia della camorra. La Dda di Napoli raccoglie le testimonianze di Alfonso Mazzarella, cugino di Franco, personaggio di spicco della zona del Mercato. Racconta degli interessi del clan nella zona del centro città, ma soprattutto del Porto, delle tangenti che pagano gli operatori, gli imprenditori e di una fitta trama di prestanome del clan che fanno interessi della camorra. Una indagine che a un certo punto si scinde in due, perché intercettando un imprenditore si scoprono strani giri di soldi in contanti al consorzio Asse costiero, dove confluiscono numerose imprese operanti nel campo dell’edilizia e dell’impiantistica, in gran parte gestite da Pasquale Ferrara e dal fratello Mariano, entrambi finiti ai domiciliari. Ed è così che la Guardia di Finanza mette a segno un importante colpo piazzando una microcamera negli uffici di piazza Garibaldi.

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