Terribile tragedia a Roma, un uomo di 36 anni è morto travolto da un'auto pirata.

La vittima aveva 36 anni e si chiamava Edoardo Moschini 36enne imprenditore di origini torinesi ma molto conosciuto a Roma.

La tragedia è avvenuta intorno alle ore 20,30. A casa lo aspettavano gli amici con le birre e le pizze per vedere tutti insieme la partita dell'Italia.

 

 

Addio a Edoardo, travolto e ucciso a 36 anni

Mancavano nemmeno 300 metri e avrebbe parcheggiato la sua Yamaha Rj in via San Godenzo e salutato il suo cane con tutto l'amore di sempre.

Come riporta il quotidiano IlMessaggero, Edoardo Moschini è stato travolto e ucciso da un Doblò guidato da M. T., romano di 52 anni.

 

 

La dinamica dell'incidente

L'uomo - che è poi risultato positivo sia al droga test per l'assunzione di cocaina, che all'alcol test - stando a una prima ricostruzione degli agenti del XV Gruppo della municipale avrebbe invaso la carreggiata durante una manovra di sorpasso a dir poco azzardata, urtando frontalmente e scaraventando Moschini per diversi metri fin nella vegetazione dell'Inviolatella.

Anche il 52enne, dipendente di una ditta privata, è rimasto ferito ed è stato portato in codice rosso al S. Andrea. Moschini, figlio unico di una coppia di legali molto noti a Torino, si era trasferito a Roma per entrare in magistratura.

 

Chi era Edoardo Moschini

Poi però aveva prevalso la passione per l'enogastronomia e aveva aperto i ristoranti giapponesi Kombu ai Parioli e a Trastevere.

Si era quindi lanciato in nuove iniziative: il Nail Factory, nail bar di via Gramsci e un ortofrutta accanto.

Di grande cultura e ironia. Moschini era adorato dagli amici. «Aveva due famiglie - racconta Pier Rosati quella privata e quella degli amici, sia romani che torinesi.

Un ragazzo straordinario, tifosissimo della Fiorentina, ucciso su un tratto di strada pericolosissimo».

 

 

Milano, morte schiacciate in un campo: identificati i due amici

Sono stati identificati i due uomini che erano con le due ragazze marocchine trovate morte nel campo di mais tra Locate Triulzi e San Giuliano Milanese, schiacciate da un mezzo agricolo.

Si tratta di due connazionali delle giovani, di 21 e 35 anni, che si trovavano in compagnia delle due amiche al momento dei fatti.

In serata, i Carabinieri sono riusciti a rintracciare il più anziano dei due, che è stato condotto presso la Procura di Lodi per essere sentito in merito ai fatti dal P.M., dottoressa Aragno.

Si spera possa far luce su quanto accaduto venerdì scorso.

Sara El Jaafari, 28 anni, e Hanan Nekhla, 32 anni, sono state trovate senza vita sabato sera in una scena definita "complessa", tra piante alte quattro metri: erano su un giaciglio di fortuna, tra coperte, cellulari, zampironi, bottiglie di alcolici e pezzi di carta stagnola, un dettaglio che suggerisce l'utilizzo di sostanze stupefacenti, probabilmente la sera prima dell'incidente.

Una delle due, la mattina di venerdì, ha chiamato il 112 parlando in arabo e chiedendo aiuto: lei e la sua amica erano state investite da una trebbiatrice.

In realtà, segni di trebbiatura sul campo di mais non ce n'erano, ma nelle ore precedenti era passato un mezzo agricolo a spargere insetticida e pesticida.

Da qui, la ricerca del mezzo e il suo sequestro, a Pavia, che ha permesso di arrivare anche a chi lo guidava, un giovane bracciante che avrebbe già detto agli inquirenti di non essersi accorto di nulla.

I medici legali intervenuti sul luogo del ritrovamento hanno riscontrato sui corpi segni di schiacciamento e parziale trascinamento compatibili con l'investimento da parte di un trattore.

Non c'era, invece, alcuna lesione grave né tracce di sangue. Una delle ipotesi è che una delle due donne, la 28enne che ha chiamato il 112, possa essere morta per aver inalato ingenti quantità di pesticida, peggiorando le sue condizioni. L'eventualità potrà essere confermata solo dall'autopsia e dall'esame tossicologico, che saranno fissati dalla Procura di Lodi nei prossimi giorni.