Lutto nel mondo della cultura napoltena per la scomparsa a 84 anni dell'editore Tullio Pironti.

Iniziò l'attività editoriale nel 1972 con il libro-reportage “La lunga notte dei Fedayn" scritto dal giornalista Domenico Carratelli all'indomani della strage di atleti israeliani da parte di sequestratori palestinesi durante i Giochi olimpici di Monaco di Baviera.

Da editore ha fatto conoscere in Italia autori stranieri divenuti poi famosi come Don DeLillo, Bret Easton Ellis, Raymond Carver, il Premio Nobel egiziano Nagib Mahfuz. Particolare eco riscuotono tuttora i libri-reportage di David Yallop, John Cornwell, Philipp Willan, Leopold Ledl, Richard Hammer, sulle clamorose vicende finanziarie del Vaticano e sulla morte di Papa Luciani.

Fra gli autori italiani l'editore Pironti annovera Giuseppe Marrazzo, dal cui libro “Il camorrista" sul bandito Raffaele Cutolo (e relative complicità) venne tratto un film di successo; e, più di recente, Fernanda Pivano con “Dopo Hemingway", serie di saggi sulla letteratura nordamericana degli anni ruggenti per l'impegno pacifista e libertario, accompagnata dalla biografia - anche per immagini - della famosa scrittrice e traduttrice.

Il giornalista Carratelli ha curato l'autobiografia di Tullio Pironti, “Libri e cazzotti" nella quale egli narra il percorso da scugnizzo nato nel cuore antico di Napoli a pugile (50 incontri, convocato nella Nazionale italiana Pugilato, pesi Welter) e infine librario ed editore.