NAPOLI. È una rete che non conosce confini quella di “Periplo”, che gli oncologi dell’Istituto per la cura e la ricerca sui tumori di Napoli “Pascale” hanno presentato ieri mattina. Una rete con la quale gli specialisti dell’ospedale partenopeo in poco più di un anno sono riusciti a inserire, in apposite maglie, tutte le strutture, i percorsi e i team più all’avanguardia del settore per poter garantire un approccio a trecentosessanta gradi al paziente. La piattaforma, definita la “rete delle reti” rappresenta, infatti, un significativo passo in avanti nell’assistenza agli ammalati oncologici di tutta la regione, e non solo. Perché grazie a questo progetto divenuto da oggi sistema, gli specialisti sono in grado di avere un approccio multidisciplinare alla malattia migliorando la qualità dell’assistenza e delle cure, avendo una facilità di utilizzo dei farmaci collegando con il filo rosso di internet Nord e Sud e tutte quelle strutture d’eccellenza che possono portare ad una riduzione delle liste d’attesa, e un aumento della sopravvivenza e delle guarigioni. E possono dare una sterzata anche al fenomeno delle migrazioni avendo la possibilità, con l’inserimento del caso clinico nella rete di Periplo, di avere a disposizione un team di specialisti che li accompagni nei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali. Il progetto della rete oncologica campana è stato dunque presentato ai rappresentati delle altre reti regionali nella sala Consiglio del Pascale da Attilio Bianchi, direttore generale del Pascale: «Da un anno in Campania stiamo lavorando sulla Rete Oncologica, devo dire con risultati sicuramente interessanti e, forse, non tutti prevedibili all'inizio – ha sottolineato Bianchi - a partire dalla definizione di 13 Pdta, appunto i percorsi diagnostici e terapeuti applicabili ad un paziente, che coprono il 75 per cento delle patologie tumorali. Abbiamo creato una piattaforma informatica che consente, a regime, di seguire, attraverso il “case manager”, tutti i pazienti in trattamento, e di garantire la presa in carico e la continuità assistenziale dai territori alle aziende di rifermento, e al rientro sui territori». Per ogni paziente sono stati inseriti indicatori in modo da poter costantemente seguire e monitorare il rispetto dei tempi e la qualità complessiva del servizio. «La condivisione dei processi, riuscirà ad incrementare il valore degli obiettivi di salute, ci consentirà sempre più di guardare ai farmaci innovativi» che si affacciano come la nuova frontiera per la cura dei tumori. «La Rete oncologica campana – ha proseguito Sandro Pignata, responsabile scientifico della Rete regionale - è stata disegnata migliorare il rapporto tra utenza e centri oncologici con un occhio particolare alla qualità della assistenza. Lottiamo contro la frammentazione regionale e la migrazione extraregionale, nel segno delle migliori cure possibili. terapeutici assistenziali predefiniti e team multidisciplinari di cure pazienti una migliore qualità ed efficacia delle cure con farmaci innovativi ed una tempestiva disponibilità di tecnologie diagnostiche di alta complessità sempre più adeguate ai continui miglioramenti della ricerca»