Il sito di Bagnoli «è senza retorica una ferita aperta per Napoli e per l'Italia intera» e «oggi il suo risanamento è un dovere morale per il quale tutti dobbiamo sentirci impegnati e responsabili». Ad affermarlo è il ministro per il Sud Mara Carfagna rispondendo a una interrogazione al Question time alla Camera.

«Con questa consapevolezza siamo intervenuti, con il dl 152. La riforma ha previsto una governance funzionale, con responsabilità definite e poteri chiari nelle mani del rappresentante eletto dai cittadini: quale Commissario è stato individuato ex lege il sindaco del Comune di Napoli, dotato di una struttura ad hoc di supporto, composta da 12 unità, di cui due di livello dirigenziale. Il decreto di nomina sarà adottato nei prossimi giorni, entro il termine indicato dalla norma» ha annunciato Carfagna.

La norma interviene in modo incisivo sulle procedure e sul rapporto tra commissario e soggetto attuatore, ha spiegato Carfagna. «È previsto un cronoprogramma annuale corredato da una serie di penalità e sanzioni finalizzate a prevenire inadempienze e, sul versante delle procedure, si è spinto al massimo sulle semplificazioni, anche in relazione alle valutazioni di carattere ambientale».

«La stessa Invitalia ha predisposto una simulazione degli effetti della riforma sui procedimenti di risanamento e di rigenerazione urbana appurando un significativo accorciamento dei tempi, rispetto a quelli ipotizzati dall'originario cronoprogramma. Restano ovviamente importanti punti aperti, di cui la scorsa settimana ho avuto modo di parlare con il sindaco di Napoli» ha aggiunto il ministro. 

«Anzitutto, la grande incognita della destinazione dei materiali di risulta della rimozione della colmata a mare, che è un obbligo di legge. - ha sottolineato Carfagna - Poi un'analisi sulla effettiva futura balneabilità delle acque una volta effettuata la bonifica a mare. Ancora, il futuro degli abitanti del Borgo Coroglio, che da troppi anni attendono parole chiare sul loro destino abitativo».

«Infine - ha concluso - la copertura finanziaria mancante per le attività di bonifica - stimata in almeno un miliardo - e il finanziamento delle infrastrutture esterne all'area, per le quali mi sono personalmente impegnata a coprire quanto meno la progettazione con la prossima programmazione del Fondo di Sviluppo e Coesione».