NAPOLI. All’appello bis contro il clan D’Amico di Ponticelli agli imputati è stata cancellata l’aggravante mafiosa e l’associazione per il traffico di droga. Tra essi c’erano personaggi importanti nello scacchiere malavitoso del quartiere orientale, a cominciare da Salvatore Ercolani detto “Chernobyl”, marito della ras Nunzia D’Amico “a’ passilona”, uccisa da un commando dei De Micco nel parco “Conocal”. La donna era la sorella del boss Antonio “Fraulella” e dei fratelli Giuseppe e Giacomo. Alla sbarra, davanti ai giudici della 4^ sezione della Corte d’appello, c’erano anche Rosaria Scarallo (moglie di Antonio D’Amico), Anna Scarallo (consorte di Ciro Perrella) e Carla D’Amico, sorella dei capiclan del “Conocal”.

Per tutti gli imputati nell’appello bis le pene si sono ridotte grazie alla strategia difensiva degli avvocati impegnati nel processo: Leopoldo Perone, Domenico Dello Iacono, Mario Bruno, Luca Mottola, Dario Vannetiello, Carmen Di Meo, Bruno Carafa, Andrea Imperato, Luigi Ferro, Antonella Regine, Rosario Marino, Giuseppe Annunziata. Importante per i difensori si è rivelata una circostanza in particolare: la cancellazione delle aggravanti. Ma la decisione più sorprendente è stata la revoca della custodia cautelare in carcere per Wagner Fico (assistito dal penalista Dario Vannetiello), revoca intervenuta pure per Salvatore Grandulli e Rosario Lauria.

Tutti e 3 hanno ottenuto un doppio risultato: riduzione della pena e remissione in libertà. Il processo è nato da varie indagini, condotte da carabinieri e polizia, sul clan D’Amico di Ponticelli, in forte contrasto allora con i De Micco. Nel 2017 scattò un blitz che scoperchiò il vaso sotto cui si nascondevano le attività illecite del gruppo, diventate la base del procedimento per associazione camorristica e droga. Per gli inquirenti della Dda e gli investigatori delle forze dell’ordine fu decisiva la microspia piazzata nell’abitazione della donna boss Nunzia detta Nunziata D’Amico “a’ passilona”(poi uccisa il 10 ottobre 2015), sorella dei boss Antonio e Giuseppe e moglie di Salvatore Ercolani, e una telecamera piazzata al centro del rione che diffuse immagini della piazza di spaccio in funzione.

Così si scoprì, secondo l’accusa rappresentata dalla procura antimafia, come Nunzia D’Amico e la cognata Anna Scarallo (moglie di Antonio D’Amico) avevano assunto le redini del clan dopo l’arresto dei coniugi e del cognato Ciro Perrella. Gli investigatori agli atti dell’indagini hanno allegato i filmati di centinaia di episodi di spaccio in cui erano coinvolti anche minorenni e addirittura bambini.

All’inchiesta hanno contribuito i numerosi collaboratori di giustizia che hanno raccontato anche di alcuni omicidi dello scontro con i De Micco “Bodo”, tra cui quello di Alessandro Malapena detto “Cipolla”. Tra i pentiti c’era anche Giovanni Favarolo soprannominato “Giuan ’o boss”, tra i giovani che furono protagonisti dello scontro armato che terrorizzò Ponticelli per un paio di anni. Più o meno com’è successo tra il 2020 e il 2021, ma con altri attori.