CASTELLAMMARE DI STABIA. Il clan Cesarano ha mandato un "segnale di esistenza in vita". Ed è come sempre "il fuoco" la firma del racket che agisce ai danni degli imprenditori di Castellammare di Stabia, nella zona a nord della città, confinante con Pompei.  Va solo stabilito se si tratta della cosca d'origine o se "il segnale d'esistenza in vita" sia stato lanciato dal "nuovo clan", costola della stessa organizzazione dei Cesarano, quegli stessi finiti in carcere lunedì scorso nell'operazione Vichinghi che ha tolto dalla strada Antonio e Giuseppe Maragas, padre e figlio, e Giovanni Lambiase Grimaldi, ritenuti alla testa del "Nuovo clan".

Questa notte, l'incendio nella concessionaria in via Cottrau 29, traversa di via Napoli, a Castellammare di Stabia si è verificato intorno all'una, con il susseguirsi di scoppi che hanno richiamare anche a distanza l'attenzione degli abitanti del quartiere. Lintervento dei vigili del fuoco è durato ore per domare le fiamme alte che hanno lambito anche una palazzina abitata. Gravemente danneggiata la concessionaria ''L'Auto'', che reclamizza la vendita di auto nuove ed usate. Sono state ridotte in carcasse 16 veicoli. I Carabinieri indagano su quello che sembra al momento un atto di natura dolosa. Per fortuna non ci sono stati feriti e non è stato necessario evacuare le abitazioni circostanti che sono numerose. Il piazzale in cui si trovavano le auto è stato posto sotto sequestro. Ma a rendere più inquietante l'accaduto è il fatto che solo lunedi' scorso, con l'Operazione Vichingo, siano stati arrestati 16 soggetti ritenuti afferenti alla nuova organizzazione criminale, costola del clan Cesarano e che questa operazione della Procura e dell'Antimafia aveva fatto esultare la parte sana della città, che si sentiva meno oppressa dalla criminalità locale. 

L'incendio arriva, dunque, come un'ombra oscura a rimettere tutto in discussione,