NAPOLI. È stato convocato per lunedì prossimo, 26 aprile, il tavolo di coalizione del centrosinistra. Il Pd guidato da Marco Sarracino riunirà nuovamente deluchiani, Movimento 5 Stelle, sinistra, Italia Viva, Verdi e il resto dell’area di centrosinistra. Obiettivo? Fare passi in avanti verso la candidatura unitaria per le prossime Comunali. Il nome in pole resta quello di Gaetano Manfredi. Della candidatura dell’ex ministro e rettore sono convinti sia il Pd che il deluchiani. Anche la sinistra vede di buon occhio la sua candidatura.

E il nome pare che non dispiacerebbe troppo nemmeno al Movimento 5 Stelle. E se fosse già pronta la candidatura, pure chi chiede le primarie (Verdi e Italia Viva) potrebbe convergere. Il nodo, però, sembra legato ancora una volta alle vicende romane. L’ipotesi della candidatura di Roberto Fico non sarebbe ancora scartata per i colloqui nazionali tra Pd e Movimento 5 Stelle. Se si trovasse un’intesa su Roma con un candidato vicino ai Dem, potrebbe tornare in auge la candidatura del presidente della Camera, che però proprio non va giù né al governatore della Campania Vincenzo De Luca né all’area centrista. Residuali, invece, le possibilità di una candidatura di Vincenzo Amendola.

In un’intervista a radio Crc Sarracino ha risposto sulle ipotesi dei tre candidati: «Non mi sbilancio sui nomi ma questi tre sono di grande qualità e rappresentano anche un passo avanti rispetto alle proposte messe in campo le ultime volte che hanno visto il Pd perdere le elezioni. Sono tutti nomi molto affezionati alla nostra città e sono certo che, se dovesse essere uno di loro, farebbe sicuramente bene. Io lavoro per un nome unitario e lavoro per unire la coalizione e questo lavoro sta producendo dei frutti positivi». Quanto all’incontro in programma per lunedì prossimo, all’ordine del giorno dovrebbe esserci la condivisione del programma. Per Sarracino le priorità sono: «lotta alle diseguaglianze e alla povertà, che hanno raggiunto in città livelli eticamente inaccettabili, un nuovo sviluppo in chiave ecosostenibile e il miglioramento dei servizi essenziali».

Nel vertice, però, ci sarà sicuramente un’ampia discussione sulle primarie. La lite è già iniziata da tempo e prosegue a colpi di comunicati stampa. Sarracino ha ribadito la posizione del Pd: «Subito dopo le regionali abbiamo tenuto una direzione provinciale dove all'unanimità si è deciso di non utilizzare lo strumento delle primarie per la corsa del candidato sindaco. L'abbiamo escluso molti mesi fa e continuiamo ad escluderlo. In passato con le primarie non abbiamo fatto una bella figura - ha ricordato Sarracino - e anzi è stato uno dei motivi per cui abbiamo perso. Preferisco un percorso di discussione anche lunga ma unitaria, anziché una lotta che in questo momento rischia di essere veramente fuori dalla realtà».

Ieri, però, in una nota congiunta Europa Verde e Italia Viva hanno ribadito la loro posizione: «Napoli sarebbe l'unica grande città dove l'ipotesi di primarie non è stata neanche vagliata, nonostante le insistenti richieste da parte di più partiti. L’unico modo per uscire dall'impasse del tavolo di centrosinistra, a circa un mese dall'ultimo incontro, e per avere trasparenza nei confronti di tutti possibili candidati e soprattutto per i cittadini, è quello di passare per le primarie», dicono in una nota firmata dai coordinatori cittadini di Italia Viva Graziella Pagano e Apostolos Paipais e dalla delegata al tavolo per i Verdi Fiorella Zabatta.

«Le problematiche che si sono verificate in passato in relazione allo svolgimento delle primarie non devono costituire - sostengono Verdi e renziani - un ostacolo o un impedimento a priori rispetto ad uno strumento democratico che ha sempre coinvolto i cittadini nelle scelte escludendo, così la possibilità di accordi blindati chiusi in segrete stanze». I due movimenti spingono per le primarie anche perché hanno pronte due candidature per l’eventuale competizione: Gennaro Migliore per i renziani e Francesco Emilio Borrelli per gli ambientalisti. Sul fronte del sì alle primarie, però, non sembra affacciarsi nessun altro. Anzi, arrivano tanti «no».

Il segretario regionale del partito socialista italiano Michele Tarantino sottolinea: «Non si può demandare la scelta a uno strumento che già in passato ha alimentato discussioni e problemi facendo implodere al suo interno la coalizione e concedendo agli avversari ampi spazi di manovra. Le primarie si possono evitare con una soluzione unitaria. Deve ritornare in campo la politica per ricercare soluzioni condivise e utili per portare il centrosinistra alla vittoria». Sulla stessa linea Francesco Dinacci, coordinatore metropolitano di Articolo 1, secondo cui viste «le condizioni difficili in cui versa la città a causa della pandemia, la scelta delle primarie apparirebbe inadeguata. Dobbiamo sentirci tutti impegnati a costruire le condizioni politiche per la più ampia convergenza sul progetto per Napoli, non abbiamo bisogno di sfide e divisioni interne».

D’altronde il fronte del centrosinistra è già abbastanza spaccato con le candidature di Alessandra Clemente ed Antonio Bassolino e la possibile discesa in campo di Sergio D’Angelo. Su Clemente, e ancor di più su Bassolino, Sarracino ieri ha dichiarato a Crc: «L'avversario del Pd sono le destre di Salvini e Meloni e il nostro obiettivo è vincere contro di loro. Per cui - ha concluso - lavoro affinché in un eventuale ballottaggio tutto il campo del centrosinistra possa ritrovarsi». Punzecchiato da Corrado Gabriele, alla domanda «Anche se dovesse arrivarci Bassolino?», Sarracino ha risposto: «Assolutamente sì».