
Csm, archiviazione su pm Maresca: ma plenum diviso
di Redazione
Gio 28 Gennaio 2021 16:20
Archiviare la pratica aperta sul sostituto procuratore generale di Napoli Catello Maresca, dopo la segnalazione arrivata al Csm il 14 dicembre scorso dalla procura generale in relazione all'ipotesi di sua candidatura a sindaco di Napoli. È quanto ha deciso il plenum del Consiglio superiore della magistratura che però si è diviso, approvando la delibera di archiviazione con 12 voci a favore, 9 contrari e l'astensione della togata di Magistratura indipendente Loredana Micciché. Maresca, si legge nella delibera approvata dopo un lungo dibattito, «ha pieno diritto di candidarsi per competizioni elettorali amministrative in Campania e nella Provincia di Napoli, ivi comprese quelle relative al Sindaco della città di Napoli».
«L'articolo 51 della Costituzione dà la facoltà a ogni cittadino di accedere a cariche elettive; così come il diritto di presentarsi ad una elezione amministrativa non può essere limitata dall'articolo 2 della legge sulle guarentigie, senza che ce ne sia il presupposto», ha detto in plenum il relatore della proposta di archiviazione, il laico di Forza Italia Alessio Lanzi, richiamando la norma che regola la procedura per il trasferimento d'ufficio. «Non sappiamo nemmeno se si candiderà a sindaco di Napoli; ad oggi tutto ciò che ha fatto e ha detto è consentito a un magistrato, rientrando nel perimetro costituzionale. Né si può sostenere - ha sottolineato - che Maresca abbia mai perso la propria autonomia ed indipendenza».
A favore dell'archiviazione il togato indipendente Nino Di Matteo. «Non si deve cadere nell'ipocrisia di fondo di prospettare che le commistioni tra magistratura e politica si realizzino con la candidatura a una carica politica. Non è in questo modo che si realizzano le commistioni improprie tra politica e magistratura; anzi chi spesso condiziona in maniera occulta e coltiva tali commistioni, è spesso tra i censori più strenui delle candidature. Qui non c'è nessuna commistione. La procura generale non conduce attività di indagine, se non residuali - ha ricordato - Il pg di Napoli non ha segnalato nessun procedimento che riguardi Amministratori locali o politici, assegnato al dottor Maresca, né vi sono segnalazioni in merito a suoi impropri comportamenti. Anzi, mi chiedo, se nel fare segnalazioni al Pg della Cassazione non ci sia stato un eccesso di zelo del procuratore generale di Napoli».
Maresca, ha aggiunto Di Matteo, «non è nelle condizioni di aver creato un appannamento della sua autonomia e indipendenza e della magistratura napoletana. Sono sempre stato dell'idea che un magistrato che accetta di ricoprire un incarico politico poi non possa più tornare ad esercitare la giurisdizione. Ma un magistrato è utile e necessario alla politica, così come lo è un avvocato, un ingegnere e come chiunque, senza limitazioni per i soli magistrati». A giudizio della togata di Mi Paola Braggion, «è opportuno che il collega decida presto e chiarisca se si candida o meno» ma «esercitando funzioni in II grado, senza la titolarità diretta dell'indagine penale, mi sembra corretta l'archiviazione della pratica potendo chiedere l'aspettativa solo dopo l'indizione delle elezioni, mentre allo stato non può chiedere un trasferimento perché non legittimato».
Per la presidente della prima Commissione Elisabetta Chinaglia, contraria all'archiviazione, «il tema non è il diritto di candidarsi del dottor Maresca, ma quello che succede prima con le esternazioni che partono fin dallo scorso maggio e arrivano ad oggi» e che fanno riferimento a «una candidatura a sindaco, mai smentita dal pm, ed anzi in qualche modo avallata da alcune sue dichiarazioni».
No all'archiviazione anche dal togato di Area Giuseppe Cascini. «La legge dice che il magistrato deve collocarsi in aspettativa nel momento in cui accetta la candidatura. È la stessa legge dunque a stabilire che non puoi fare campagna elettorale mentre eserciti le funzioni giudiziarie nello stesso territorio proprio perché questo incide sull'immagine di imparzialità e di indipendenza del magistrato. Noi qui - ha evidenziato - abbiamo una candidatura di fatto, un magistrato che è indicato da più parti come candidato, che agisce e parla come candidato, e che non solo non smentisce l'ipotesi di una sua candidatura e i contatti in merito con esponenti politici di rilievo nazionale, ma che avalla e rafforza con le sue dichiarazioni pubbliche tale ipotesi».
«Di fronte a questa situazione il Csm - ha ammonito Cascini - non può girarsi dall'altra parte e fingere di non vedere ciò che è sotto gli occhi di tutti: un magistrato che esercita le sue funzioni nel distretto di Napoli e che è, allo stesso tempo, di fatto candidato alla poltrona di sindaco della città. Il Csm ha il dovere di dire che questa cosa non va bene, che vi è un'oggettiva lesione della immagine di imparzialità e indipendenza della magistratura che richiede un intervento dell'organo di governo autonomo. Ne va della credibilità della magistratura e del Consiglio».
Contro la proposta di archiviazione e per il ritorno in commissione della pratica, proposta bocciata per un voto, 11 a 10, il consigliere di Autonomia&Indipendenza Giuseppe Marra. Nel caso di Maresca, «è oggettivo che sussiste un clamore mediatico sulla sua candidatura, alimentato dallo stesso pm che in più occasioni è intervenuto su temi squisitamente politici, diventando di fatto il candidato “in pectore"». Per questo ha concluso Marra «non si può archiviare, senza attività istruttoria, come se nulla fosse, qui si tratta di un candidato di fatto che continua ad esercitare l'attività giudiziaria a Napoli».
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