Il 26 aprile il Governo scriverà il nuovo decreto. L'Italia sarebbe pronta a riaprire per maggio. 

 

Si ipotizza un ritorno alle zone gialle da inizio maggio 

Una ripartenza graduale che si basa su nuovi protocolli. Come anticipa ilcorriere.it, oggi con l’incontro tra il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e il Cts, proseguirà a partire dal 20 aprile con la

valutazione dell’andamento della curva epidemiologica e si concluderà il 26 aprile quando il governo scriverà il decreto che fissa le regole e i divieti per il prossimo mese.

 

Il ritorno in zona gialla da maggio

A confermare il ritorno delle zone gialle da maggio,  è lo stesso  Speranza. Anche se le misure non saranno applicate ovunque, ma solo dove i dati saranno migliori: serve un calo dell’incidenza dei contagi settimanali, dell’indice Rt e anche dei ricoveri e dell’occupazione delle terapie intensive.

A tutti questi indici va aggiunto uno nuovo, ovvero la somministrazione dei vaccini alle categorie più fragili.

Un indicatore che sarà fondamentale per le riaperture, come annunciato anche dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Ogni decisione, quindi, passerà per le situazioni epidemiologiche dei singoli territori, ma non dovrebbe arrivare prima di maggio.

 

Cosa riapre tra aprile e maggio

 

 

Il ritorno alla zona gialla vorrebbe dire riapertura di ristornati e bar, almeno in modo parziale.

Ma si parla anche di cinema, teatri e musei, seppure con ingressi contingentati. Prima di arrivare alla zona gialla, però, il governo potrebbe introdurre qualche simbolica apertura anticipata, anche per placare

l’ala aperturista della maggioranza (Lega, Forza Italia e Italia Viva).

Per esempio potrebbe essere il caso di bar e ristoranti, che potrebbero magari riaprire solo a pranzo e solo fino a un orario limitato (si è parlato delle 16 per evitare l’orario aperitivo).

Poi a maggio si penserà alla zona gialla, con qualche Regione che ha già ora numeri vicini a quelli necessari per entrare in questa fascia di restrizioni: è il caso di Veneto, Lazio, Molise e Bolzano, per esempio.

Infine a metà maggio si potrebbe fare un ulteriore passo in avanti, secondo il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri: la sua ipotesi è quella di riaprire, dalla metà di maggio, i ristoranti anche la sera.

 

 

Zona arancione da oggi per quasi tutta Italia

 

Zona arancione da oggi per quasi tutta Italia e regole più soft per scuola, spostamenti e categorie di negozi.

Nella fascia rientrano in particolare Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte.

Zona rossa solo per Campania, Puglia, Valle d'Aosta e Sardegna, un mese fa zona bianca e ora alle prese con i divieti più rigidi per arginare la diffusione del coronavirus.

Entrano in vigore le ordinanze varate dal ministro Roberto Speranza dopo i dati dell'ultimo monitoraggio.

Per gran parte del paese -in assenza di zona gialla- ecco le misure più soft: sempre coprifuoco dalle 22 alle 5, ma scuola aperta anche a seconda terza media.

Gli studenti delle superiori rientrano in presenza almeno al 50%.

 

L'Italia sarebbe pronta a riaprire per maggio: le nuove regole

 

Bar e ristoranti

Prenotazione obbligatoria per i clienti e obbligo di privilegiare gli spazi all’aperto.

Sono queste le regole base per la riapertura dei ristoranti.

Il nuovo protocollo, che sarà messo a punto la prossima settimana, darà la priorità ai locali pubblici che hanno posti a sedere per evitare gli assembramenti.

 I tavoli «devono essere disposti in modo da assicurare il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro tra i clienti, a eccezione delle persone che, in base a disposizioni di legge, non siano soggette al distanziamento interpersonale»

La distanza «può essere ridotta solo ricorrendo a barriere fisiche tra i diversi tavoli». 

Al tavolo «massimo 4 persone salvo che siano tutti conviventi». 

Il personale di servizio a contatto con i clienti deve indossare la mascherina.

Si deve favorire il pagamento elettronico, possibilmente direttamente al tavolo. Meglio i menù online o plastificati. I clienti possono alzarsi solo con la mascherina.

 

Cinema e teatri

La capienza di cinema e teatri rimane fissata in percentuale alla metratura delle sale, ma non può superare i 200 spettatori.

L’entrata e l’uscita devono essere separate. Bisogna favorire la prenotazione online.

I posti a sedere devono prevedere un distanziamento minimo, tra uno spettatore e l’altro, sia frontalmente che lateralmente, di almeno 1 metro.

Questa misura non viene applicata per i nuclei familiari, i conviventi.

La distanza può essere diminuita con la presenza di divisori in plexiglass, anche rimovibili, da installare tra un nucleo di spettatori e un altro.

Nei guardaroba indumenti e oggetti devono essere riposti in appositi sacchetti porta abiti. 

Sarà chiesto di aumentare il numero di spettatori in sala con alcuni requisiti: l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2;

La presentazione di un certificato di tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti; la certificazione di aver ricevuto la vaccinazione.

 

Musei e mostre

La richiesta che sarà presentata al Comitato tecnico scientifico è di poter aprire musei e mostre anche nel fine settimana. 

Le visite devono essere prenotate online per evitare i pagamenti in contanti.

Deve essere fissato un numero massimo di visitatori all’interno e contingentato il tempo per ogni sala.

I visitatori devono sempre indossare la mascherina. Il personale deve indossare la mascherina in presenza di visitatori.

L’area di contatto tra personale e utenza all’ingresso dovrebbe essere delimitata da barriere fisiche.

Bisogna predisporre percorsi obbligatori per la visita ed evidenziare le aree, anche con segnaletica sul pavimento, per favorire il distanziamento interpersonale.

Si deve prevedere la separazione tra l’entrata e l’uscita. Gli ascensori possono essere utilizzati soltanto dalle persone con disabilità.

 

Le regole per palestre e piscine

Le lezioni e gli allenamenti nelle piscine e nelle palestre potranno avvenire soltanto in forma individuale.

In palestra «è obbligatorio mantenere la distanza interpersonale minima adeguata all’intensità dell’esercizio, comunque non inferiore a 2 metri». 

Per le piscine si arriva invece a 10 metri quadri a disposizione di ogni atleta.

È obbligatoria la pulizia delle aree di contatto di ciascun attrezzo dopo ogni utilizzo da parte dell’utente con opportuno prodotto igienizzante».

Evitare di lasciare in luoghi condivisi con altri gli indumenti indossati per l’attività fisica, ma riporli in zaini o borse personali e, una volta rientrato a casa, lavarli separatamente dagli altri indumenti.

Gettare in appositi contenitori materiali usati. Utilizzare se possibile tappetini propri, quelli comuni vanno igienizzati prima e dopo la sessione di allenamento. Vietato l’uso delle docce.