NAPOLI. Presenta qualche novità con alcune conferme l’ultima mappa sulla camorra di Pianura, quartiere ostaggio da più di 20 anni di una faida infinita che va avanti a fasi alterne (per fortuna). Attualmente, secondo gli investigatori che lavorano sul territorio, il gruppo più presente ed emergente sarebbe quello dei Marsicano-Esposito, facente capo al ras Antonio Calone ed erede dei Mele-Romano, in contrapposizione ai Carillo-Perfetto, versione moderna dei Pesce-Marfella. In sostanza, come confida un esperto poliziotto, cambiano i musicanti ma la musica è sempre la stessa.

Così come non meraviglia le forze dell’ordine la tregua in corso, dimostrata dall’assenza di “stese” e di fatti di sangue, circostanza ancora più importante. Un punto di forza di forza del gruppo Calone-Marsicano-Esposito è la parentela tra i 3 ras, ma anche sull’altro fronte il legame è stretto tra gli esponenti di vertice dell’organizzazione. Non proprio l’identica situazione che si creò a Pianura negli anni della guerra tra i Lago e i Marfella, parenti tra loro e in alcuni casi cugini di primo grado.

Così, nel tempo la faida è continuata fino a diventare la più lunga a Napoli insieme a quella di San Giovanni a Teduccio tra i Mazzarella e i Rinaldi. A Pianura l’ultimo omicidio risale al 20 agosto scorso. Era notte fonda quando, con una dinamica non ancora completamente ricostruita, cadde sotto il fuoco di almeno 2 killer Antonio Zarra, 25enne non organico a nessun clan ma frequentatore negli ultimi tempi di ambienti vicini ai Marsicano-Esposito. In passato era stato anche visto in compagnia di personaggi dell’altro clan, ma si trattava di amicizia e non di affiliazione.

Ecco perché gli stessi investigatori non collegano l’agguato alla guerra tra i 2 clan, bensì a una vicenda particolare sia pur in ambito: uno “sgarro” probabilmente. Erano le 3 quando Antonio Zarra fu trasportato da alcuni conoscenti al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo con ferite da arma da fuoco. Il 25enne era stato centrato da ben 7 proiettili in varie parti del corpo ed è deceduto in ospedale. I carabinieri, che indagano sul caso, in via Jacopo Carrucci trovarono e sequestrarono 10 bossoli calibro 9x21 e tracce di sangue.

Nessun testimone è mai stato in grado di fornire indicazioni utili alle indagini e agli investigatori dell’Arma non è rimasto altro che passare al setaccio il passato e le conoscenza del giovane per capire cosa ci facesse a quell’ora della notte in quella zona del quartiere. Poche settimane prima, sempre in zona, era stato gravemente ferito Francesco Divano. Per la Dia «le fibrillazioni registrate nel corso del 2020 sono da connettere all’operatività di gruppi di recente costituzione ma comunque espressione di rimodulazioni dei clan Mele e PesceMarfella, egemoni sul territorio dei quali riprendono anche la contrapposizione»