NAPOLI. Un piano preparato nei minimi dettagli, con informazioni reperite da un ambiente criminoso di più ampia portata. L’operativo che arriva al mattino in Centrale a Milano, sale su un taxi, raggiunge la persona da derubare, stipa in un trolley il bottino e riparte dopo un quarto d’ora con un altro treno, fermandosi a Roma per ricongiungersi con i complici e affidare alla meno sospettabile di loro il trolley da far uscire senza intoppi dalla stazione di Napoli, dove tutti i membri del gruppo sono residenti.

Un’indagine-lampo della Squadra mobile è riuscita in un paio di mesi a dare un volto ai quattro truffatori che avrebbero raggirato la ottantasettenne Vittoria Caproni, erede dell’imprenditore e pioniere dell’aviazione Giovanbattista conte di Taliedo, portandole via con l’inganno preziosi e lingotti d’oro per 1,6 milioni di euro. L’allarme scatta poco dopo le 13 del 10 gennaio scorso, quando il figlio della donna chiama il 112 per denunciare il maxi furto.

I quattro indagati sono imparentati con i Giuliano, storica famiglia di mala di Forcella. La vittima, residente in zona San Babila, ha spiegato: «Mentre ero sola a casa, ho ricevuto una telefonata da parte di un uomo che si qualificava come tale avvocato Bovera, il quale, in modo gentile, mi ha informato che mio figlio era stato coinvolto in un incidente e aveva investito una donna. Ha insistito nel dirmi che la famiglia della persona investita era molto arrabbiata e che per sistemare la questione, ovvero evitare conseguenze penali per mio figlio, erano necessari 12.700 euro in contanti, più Iva. Dopo aver riferito al mio interlocutore che al momento avevo solo la disponibilità di contante di circa 3.500 euro, lo stesso mi ha detto che entro qualche minuto sarebbe arrivato suo figlio a prendere il denaro».

Le telecamere lo immortalano in strada prima e dopo il colpo e lungo il tragitto verso la Centrale, dove viene ripreso mentre aspetta un treno. L’analisi dei tabulati fa emergere che i centralinisti si trovavano in uno stabile di Forcella e che all’improvviso si sono mossi verso la stazione Garibaldi per prendere un treno per Roma: faranno da scorta al trolley per riportarlo in Campania, affidandolo all’incensurata ventiduenne Maria Amoroso. Le verifiche con il sistema di riconoscimento facciale rimandano le identità delle due persone che erano con lei: i pregiudicati Luigi Giuliano, 42 anni, e Rosaria Maranta, 56 anni. Ancora ricercato il complice Domenico Russo.