Federico II, contestato danno erariale da due milioni a tre prof
di Redazione
Mar 09 Luglio 2019 16:36
NAPOLI. I finanzieri del Comando Provinciale di Napoli, nell'ambito di un generale monitoraggio delle posizioni dei dipendenti dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II", hanno concluso un'articolata indagine coordinata dalla procura regionale della Corte dei Conti per la Campania, accertando un danno erariale di 2 milioni di euro perpetrato da tre professori ordinari dell'ateneo, citati a giudizio dall'autorità giudiziaria contabile. Dagli accertamenti fiscali, è emerso che nel periodo tra il 2012 e il 2017 i tre professori universitari a tempo pieno erano al contempo provvisti di partita iva e fatturavano centinaia di migliaia di euro per prestazioni rese per servizi extra-istituzionali non comunicati all'amministrazione pubblica di appartenenza. In quel periodo i tre docenti hanno svolto l'attività di liberi professionisti violando così la legge relativa all'esclusività del rapporto instaurato con la pubblica amministrazione. I tre professori dell'università Federico II, uno della Facoltà di Medicina, uno di Economia e l'altro di Ingegneria, hanno ricevuto dai finanzieri inviti a dedurre emessi dalla Procura regionale della Corte dei Conti per la Campania, in quanto ritenuti responsabili di aver causato un danno erariale pari alle prestazioni extra-istituzionali rese, incompatibili con la funzione pubblica ricoperta. Inoltre, dovranno rispondere dell'indebita percezione dello stipendio previsto per i dipendenti pubblici con regime di impegno "a tempo pieno", dal momento che nei casi di specie è prevista la corresponsione di una retribuzione di livello inferiore. Eclatante la situazione di uno dei tre docenti che, già diffidato dall'ente universitario dall'astenersi da situazioni di potenziale incompatibilità, oltre ai numerosi incarichi extra-istituzionali "nascosti" all'ateneo, per oltre un milione di euro, ha continuato a ricoprire cariche di rappresentanza e partecipazione agli utili in diverse società violando un ulteriore vincolo previsto dalla norma di settore.
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