È «evidente la volontà» di Vincenzo Palumbo «di colpire e uccidere a freddo sia il conducente che il passeggero» dell'auto a bordo della quale si trovavano Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella. Lo scrive il gip di Napoli Carla Sarno nell'ordinanza con la quale applica la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di Palumbo, 53enne autotrasportatore accusato del duplice omicidio.

Il gip non ha accolto la richiesta di convalida del fermo in quanto non ritenuto sussistente il pericolo di fuga, mentre ha accolto la richiesta della Procura dell'applicazione della custodia in carcere in quanto «esiste il concreto e attuale pericolo che l'indagato, sebbene incensurato, commetta delitti della stessa specie». Secondo il gip la ricostruzione dei fatti denota «un'incontrollabile aggressività, nonché un'allarmante pervicacia nell'intento delittuoso». 

La «determinazione a portare a termine» il duplice omicidio è «rivelatrice della caratura criminale del Palumbo e della sua personalità del tutto fuori controllo, pur assenza di procedimenti penali». Dalla ricostruzione dei fatti, contenuta nell'ordinanza, emergono «gravi indizi di colpevolezza» a carico di Palumbo.

Secondo gli investigatori, il 53enne non avrebbe sparato 11 colpi solo al fine di intimidire e allontanare chi si era avvicinato alla sua abitazione «bensì ha mirato, da una posizione sopraelevata, di vantaggio, contro l'autovettura bianca che si stava velocemente allontanando dalla sua casa con i fari accesi e dunque ben visibile nel buio».

La direzione e il numero dei colpi sparati, si legge nell'ordinanza, «non lasciano in alcun modo ipotizzare una volontà difensiva del Palumbo», che tra l'altro viene qualificato come «abile tiratore», avvezzo all'uso delle armi in quanto cacciatore e titolare di regolare porto d'armi. Il 53enne quindi «ben avrebbe saputo come sparare a salve, se solo avesse avuto quell'intento». 

Il gip quindi esclude «qualsiasi intento di difesa» basato sul fatto di aver subito un furto in casa lo scorso 4 settembre, anche alla luce del fatto che il sistema di allarme dell'abitazione era stato disattivato: «La freddezza del gesto e, soprattutto, l'assoluta determinazione nel colpire l'autovettura a bordo della quale viaggiavano i due ragazzi, sono immortalate nelle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza» di un vicino di casa.

«Se la ragione del gesto fosse stata quella di proteggere sé stesso e la sua famiglia da una potenziale aggressione o da un furto nel suo appartamento, è lecito ritenere che il sistema di allarme non fosse stato disattivato. Invece proprio l'antifurto, la cui funzione è quella di allontanare i ladri o i malintenzionati, è stato disattivato dallo stesso Palumbo ovvero da sua moglie su indicazione del Palumbo e nessuna vera preoccupazione poteva avere l'indagato, se non quella di voler colpire deliberatamente l'autovettura con a bordo due ragazzi, vendicandosi così del furto subito a settembre».