NAPOLI. Prima doccia gelata per i presunti bombaroli del clan De Luca Bossa del Lotto 0. Finiti in manette giovedì pomeriggio con l’accusa di essere tra i responsabili dell’ultima faida di Ponticelli, ieri mattina hanno sfilato davanti al gip gli indagati Luigi Austero, Luca La Penna e Alfonso De Luca. L’udienza di convalida non per loro riservato clamorosi colpi di scena. Il giudice, pur non convalidando il provvedimento precautelare, ha infatti emesso per tutti ordinanza di custodia cautelare in carcere.

L’impianto della Procura, nonostante le perplessità del collegio difensivo, ha dunque superato il primo scoglio. Il gip ha però accolto l’eccezione difensiva circa la mancanza del pericolo di fuga, presupposto per l’applicazione del fermo. In calce al decreto il pm fa riferimento a una presunta rete di complicità ed alla disponibilità di ingenti risorse economiche che avrebbero potuto favorire l’allontanamento del trio, ma in realtà dagli atti questa circostanza non sarebbe emersa non emergono. Tra l’altro il 17 maggio scorso La Penna e Austero, cioè sei giorni dopo l’attentato per il quale sono stati fermati, hanno subìto un controllo proprio al Lotto 0. E non si sono mai allontanati dal quartiere. Archiviata l’udienza di convalida, toccherà adesso al collegio difensivo provare a ribaltare la situazione in sede di Riesame: l’avvocato Giuseppe Milazzo assiste Luca La Penna, Leopoldo Perone Luigi Austero, mentre Antonio Del Vecchio Alfonso De Luca. Raggiunti da un decreto di fermo emesso dalla Dda sulla scorta dell’indagine condotta dai carabinieri, erano finiti pochi giorni fa dietro le sbarre Luigi Austero, 26 anni; Luca La Penna, 38 anni; e Alfonso De Luca, 24 anni.

Ritenuti organici al temibile clan De Luca Bossa con base nel Lotto 0 di Ponticelli, i tre sono sospettati di essere i componenti del commando che la notte dell’11 maggio ha lanciato un ordigno ad alto potenziale dal viadotto della Ss162 dir che sovrasta il rione Fiat, enclave del rivale gruppo De Martino. In quei minuti di puro terrore i tre aspiranti ras non si sarebbero però limitati a piazzare la bomba, ma avrebbero tentato almeno due rapine nella speranza di guadagnarsi la fuga: l’onda d’urto sprigionata dall’ordigno era stata infatti così violenta da danneggiare e rendere inutilizzabile il suv Alfa Romeo con cui la paranza aveva raggiunto la scena del crimine. Vistisi ormai braccati, i balordi, alle 23 in punto, avevano quindi fermato una donna che alla guida di una Mercedes stava per immettersi nello svincolo Ponticelli-Barra. Notata la presenza di due dei tre indagati, la malcapitata, ignara di cosa fosse accaduto tre minuti prima, ha quindi rallentato la marcia.

Uno degli uomini del commando ha quindi tentato un approccio soft chiedendo un passaggio «in quanto la loro auto si era fermata per un’avaria», ma nello stesso istante il complice - come si apprendedal decreto di fermo - «si è avvicinato alla parte destra aprendo lo sportello del lato passeggero»: proprio dov’era seduta la bimba di sette anni. Momenti terrificanti, nonostante i quali la donna ha però mantenuto il sangue freddo e ha accelerato a più non posso scappando dalla scena

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