Il pentito Rolletta è uno tsunami: in aula le nuove accuse agli “Xx”
di Luigi Nicolosi
Mer 17 Febbraio 2021 16:39
NAPOLI. L’ultimo super pentito della camorra di Napoli Est fa il proprio esordio in aula come teste della Procura e quella che ne scaturisce è subito una nuova raffica di accuse all’indirizzo dei vertici del clan degli “Xx”. Rosario Rolletta, neo collaboratore di giustizia e imputato per favoreggiamento nell’omicidio del ras Nunzia D’Amico, senza esitazione ha puntato il dito contro i capi del clan diretto dal giovane boss Antonio De Martino, oltre che contro se stesso.
In merito al delitto avvenuto il 10 ottobre del 2015 al Conocal di Ponticelli, Rolletta ha infatti spiegato: «Quella sera incontrai Rocco Capasso, il quale mi disse che dovevamo fare un servizio, cioè bruciare l’auto che era stata utilizzata per l’agguato». Quest’ultima circostanza pochi mesi fa era già stata svelata dall’altro neo pentito Salvatore Pomatico, il quale aveva tirato in ballo proprio Rolletta, alias “’o friariello”, che a quel punto, a distanza di pochissime settimane, decise a sua volta di passare anch’egli dalla parte dello Stato.
Escusso nel corso dell’ultima udienza celebrata davanti ai giudici della Corte d’assise di Napoli, l’ormai ex affiliato al “sistema” di Ponticelli ha quindi confermato: «All’inizio della mia carriera criminale ho fatto parte del clan De Micco, in seguito sono passato con i De Martino. Tornato in libertà, ho subito degli attentati e questo mi ha spinto a cercare una nuova vita. Oggi vorrei dare un futuro alle mie figlie». In merito all’agguato che cinque anni fa è costato la vita al ras in gonnella Nunzia D’Amico, alias “’a passillona”, Rolletta non è entrato nel merito delle fasi organizzative ed esecutive del raid, alle quali non avrebbe del resto mai preso parte, ma ha comunque fornito degli interessanti spunti probatori: «Quella mattina avevo accompagnato Antonio De Martino al colloquio il fratello detenuto a Santa Maria Capua Vetere e proprio lì incontrammo la “passillona” che era andata in visita a un parente. Dopo di che lo riaccompagnai a casa». Di lì a qualche ora D’Amico sarebbe stata assassinata a pochi passi dalla propria abitazione del Parco Conocal, storica roccaforte del can dei “Fraulella”: «La sera stessa - ha poi aggiunto Rolletta - ho incontrato Rocco Capasso, il quale mi disse che avremmo dovuto fare un “servizio”».
Cioè incendiare l’auto utilizzata poco prima dal gruppo di fuoco. La notizia del pentimento di Rolletta era stata anticipata il 16 dicembre scorso dal “Roma”. L’ex uomo del clan De Micco ha iniziato la sua collaborazione con la giustizia dopo la sparatoria di cui rimase vittima il precedente 2 novembre in via Argine. Un agguato mirato a uccidere, tant’è vero che fu ferito da un proiettile al braccio sinistro e da uno di striscio alla nuca mentre si trovava alla guida di una Renault “Clio”. Ai poliziotti del commissariato di zona intervenuti per primi al pronto soccorso dell’ospedale Villa Betania, dov’era riuscito ad arrivare con la propria macchina, “Friariello” raccontò che ad agire erano state alcune persone a bordo di un’altra vettura che l’aveva affiancato, lasciando partire una raffica di piombo.
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