Si è tolto la vita perché vittima di usura ed estorsione da parte di affiliati al clan Ferrara-Cacciapuoti attivo nel comune di Villaricca. È quanto emerso dalle indagini svolte dalla Polizia di Stato e coordinate dalla Dda di Napoli sulla morte di Giuseppe Giuliani, imprenditore attivo nel settore del commercio e dello smaltimento di materiali metallici, il cui cadavere è stato trovato nel luglio 2018 presso un opificio in stato di abbandono a Giugliano.

Questa mattina agenti della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato di Giugliano Villaricca hanno arrestato, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli, su richiesta della Dda partenopea, Emilio Chianese, 57 anni, Francesco Ferrara detto "Francolone", 54 anni, Antonio Sarracino detto "Mezza Recchia", 58 anni, Francesco Maglione, detto "Didò", 60 anni, e Vincenzo Barbarisi, 57 anni, già appuntato scelto dell'Arma dei Carabinieri ora in quiescenza, gravemente indiziati dei reati di estorsione ed usura aggravati dal metodo mafioso.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, l'imprenditore avrebbe pagato somme estorsive anche per l'esecuzione di lavori di smaltimento dei veicoli del Consorzio unico di bacino per le province di Napoli e Caserta. Per corrispondere le richieste estorsive, si sarebbe poi indebitato con soggetti indicati dal clan stesso, dietro corresponsione di tassi usurai anche superiori al 15 % mensile.