L’incubo di Gioia dopo il vaccino: «Ho perso l'uso di un occhio per una trombosi cerebrale»
di Redazione
Mar 15 Giugno 2021 09:08
Rabbia e sconforto per ». Gioia è una signora di 59 anni che dopo il vaccino non vede più ad un occhio.
«Ho perso l'uso di un occhio per una trombosi cerebrale, e i medici non sanno dirmi se potrò tornare a vedere. Sto vivendo un incubo, spaventata come lo saremmo tutti dopo quello che le è successo.
Mi sforzo di pensare che poteva andarmi peggio, ma è dura, la mia vita è stata sconvolta completamente, come farò a lavorare adesso, a vivere senza vedere da un occhio?», lo sfogo disperato della donna.
Il dramma
Come riporta “Il Giornale”, il dramma ha avuto origine il 15 maggio scorso quando la signora, un architetto di Milano, è andata al centro vaccini.
«Avevo spiegato che stavo facendo una terapia ormonale, ma mi hanno risposto di non preoccuparmi, che io ero perfettamente adatta a quel vaccino».
Ma non era così e poco dopo sono iniziati i fastidi: febbre a 39 per tre giorni. «Poi con la tachipirina sono passati e mi sono sentita più tranquilla».
La tragedia dopo 12 giorni
Sembra rientrare tutto nella normalità quando poi la mattina del 29 maggio, dodici giorni dopo quell'iniezione la donna non vede bene ad un occhio.
«Mi sono alzata e avevo la vista annebbiata, ho pensato a una cosa passeggera. Due anni prima avevo già avuto dei disturbi con gli occhi ma quando l'annebbiamento invece di migliorare peggiora sono corsa dall'oculista che mi spiega che ho perso sei decimi».
Inizialmente non si pensa a un fattore neurologico. «Mi fa tutti gli esami, eppure non emerge nulla che spieghi questo calo vertiginoso della vista».
L'oculista prescrive altri esami. Lei va da un altro specialista che le consiglia di fissare una visita neuro oftalmica.
Attimi di paura e terrore
Sono ore di ansia e panico, poi suo medico di fiducia che, sentendola al telefono, le dice di andare in pronto soccorso il prima possibile.
«Con una tac scoprono il peggio: trombosi cerebrale in corso, mi hanno subito ricoverata».
Oggi Gioia è stata dimessa, continua la terapia da casa e deve essere monitorata e sottoposta a continui esami del sangue e continua a non vederci.
«L'ospedale nega relazioni dirette con il vaccino, eppure l'esame che ho fatto ha escluso una familiarità genetica con le trombosi. Non posso lavorare e io madre separata non posso permettermelo. Ora cosa farò?».
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