Macelleria messicana al bar, commando partito da Napoli
Lo spaccio dietro il raid che ha portato al ferimento di tre affiliati e due innocenti.Killer scatenati ad Arzano, infuria di nuovo lo scontro interno agli Scissionisti
di DI LUIGI SANNINO E GIUSEPPE BIANCO
Ven 26 Novembre 2021 07:00
ARZANO. I sicari sarebbero partiti da Napoli e le indagini si stanno concentrando soprattutto sulle fibrillazioni interne alla galassia degli Amato-Pagano, nucleo storico degli Scissionisti dai Di Lauro che hanno referenti sui territori in larga parte della provincia a nord di Napoli. Ecco i primi sviluppi delle indagini sul clamoroso agguato dell’altro ieri sera in via Ignazio Silone, dove sono rimasti feriti 5 uomini tra cui 2 idraulici estranei a contesti malavitosi. La conseguenza del lavoro iniziale di intelligence è che non sarebbe presa in considerazione, almeno per il momento, la pista di un attacco del clan Moccia per riconquistare spazi criminali ad Arzano.
Le modalità fanno piuttosto pensare a un’azione frutto avvelenato di un impulso e non a una strategia precisa. Sarebbe escluso il collegamento con la scarcerazione di Giosuè Belgiorno (di cui scriviamo a a parte) mentre gli investigatori stanno analizzando punti in comune con il ferimento di Raffaele Liguori del 16 settembre scorso. In ballo, si disse, c’era il controllo delle piazze di spaccio tra Arzano e il confinante quartiere Secondigliano. Ipotesi che tuttora appare la più verosimile. A sparare mercoledì sera sarebbero stati in 2: a terra infatti la Scientifica dei carabinieri ha raccolto una ventina di bossoli di calibro diverso. Il bersaglio principale dell’agguato era Salvatore Petrillo centrato in più punti e ancora in pericolo di vita.
Gli altri 4 feriti restano sotto osservazione. Uno dei proiettili ha colpito al piede una delle 2 vittime innocenti dell’agguato davanti al bar Roxy in via Ignazio Silone: Mario Abate, 61 anni, intento a consumare un caffè al banco quando i sicari hanno aperto il fuoco. Adesso è ricoverato nel nosocomio di Pozzuoli. Nei suoi pressi l'aggravarsi del quadro c’era Petrillo, 29 anni, ricoverato nell’ospedale di Giugliano, già noto alle forze dell’ordine e cugino del ras Pasquale Cristiano, quest'ultimo ritenuto fino a qualche mese fa a capo del gruppo criminale che ha la sua roccaforte nel rione “167” di Arzano.
Cristiano, che era agli arresti domiciliari, lo scorso giugno è finito di nuovo in carcere perché sorpreso a bordo di una Ferrari durante un corteo per le strade di Arzano organizzato per festeggiare la prima comunione del figlio. E’ sotto stretta osservazione medica anche Pio Vincenzo Merolla, 18 anni, anche lui ricoverato nello stesso ospedale in cui si trova Petrillo. Sono già fuori pericolo invece Luigi Casola, 39 anni, residente fino a qualche tempo fa nel rione “167” di Arzano, ricoverato nell'ospedale di Acerra con una ferita alla gamba.
Ferite non gravi ha riportato anche Roberto Lastra, 36 anni, incensurato, ricoverato ll'ospedale di Frattamaggiore, e anch’egli estraneo a contesti malavitosi come Abate. Il nucleo investigativo di Castello di Cisterna, insieme con gli uomini della compagnia di Casoria, sta cercando di ricostruire ancora più precisamente la dinamica del plurimo tentato omicidio attraverso le immagini di una telecamera. I sicari, secondo vaghe e frammentarie testimonianze, avevano il volto parzialmente coperto.
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