Il procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo al Parco Verde di Caivano da don Maurizio Patriciello per esprimere vicinanza alla comunità e al parroco sotto scorta. L'incontro nella chiesa di San Paolo, gremita dai fedeli. «Perché le democrazie così come nascono - ha spiegato il magistrato - si ammalano e muoiono. Nessuno può voltarsi dall'altra parte». «Qui lo Stato ha fallito, ma non nel senso che non c'è stato proprio, ma nel senso che qui c'è stata solo una parte dello Stato. - ha continuato - Posso testimoniare che la Procura Distrettuale di Napoli ha sempre considerato Caivano una priorità, ma non basta. Quello che è mancato è lo Stato dell'inclusione sociale, della protezione sociale, quella parte di Stato cui competono politiche educative».

«Questo Stato è mancato, qui come in altri luoghi, e questo deficit assume i contorni della fuga dalle responsabilità delle classi dirigenti. Attorno a questo - ha proseguito Melillo - la comunità di Caivano deve sviluppare una domanda non semplicemente di sicurezza ma di emancipazione. Io spero che ai provvedimenti repressivi se ne accompagnino altri per nuovi assistenti sociali o per nuovi campi dove far fare sport ai ragazzi. Questo perché quando lo Stato non c'è è anche perché viene meno la domanda di Stato». 

«Il Governo ci ha messo la faccia, è venuto nonostante le critiche di chi si guarda la partita dal balcone. Spero quanto prima di poter andare via sia da questa parrocchia che da Caivano, significherebbe aver vinto le nostre battaglie come quella che ci ha portato a ottenere la compagnia dei carabinieri. Un successo guadagnato con le nostre lotte» ha detto don Maurizio Patriciello.

«C'è un problema sociale - ha sottolineato il sacerdote - ma ce n'è uno ancora più grave quando non siamo capaci di stimolare chi abbiamo votato a fare il proprio dovere. Melillo col suo intervento di stamattina ci ha fatto tremare evocando qualcosa di spaventoso quando ci ha detto che la democrazia può pure finire. Le democrazia nascono, crescono, ma si possono ammalare. Ci sciacquiamo la bocca con la Costituzione più bella del mondo, Dio non voglia accada qualcosa del genere».