L'onda del Pride ha travolto Napoli con il coloratissimo corteo, musica a tutto volume, palloncini arcobaleno, coriandoli, lustrini e piume. Il popolo Lgbtq+ è tornato in strada per rivendicare i propri diritti con una grande festa.

L'avvio in piazza Municipio, davanti la sede del Comune di Napoli, sulla cui facciata è stato esposto un grande striscione dedicato al Pride, dove le associazioni e i rappresentanti istituzionali, si sono ritrovati per fare il punto sulla situazione dei diritti in Italia. 

«È un momento delicatissimo per il nostro Paese e per il mondo - ha detto Antonello Sannino, rappresentante di Antinoo Arcigay Napoli - sono rimessi in discussione i diritti di tutti non solo delle persone Lgbtq+ e questo avviene anche nel mondo occidentale. Basta ricordare - ha aggiunto - che l'affossamento del ddl Zan alcuni mesi fa è stato salutato dai parlamentari Italiani con un boato da stadio. Oggi è  una giornata di festa ma anche di lotta».

«Napoli è una città che ha sempre accolto, incluso ed è sempre stata avanti nelle battaglie e nelle relazioni sociali. Questo fa onore a Napoli e mi fa particolarmente piacere». Lo ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, arrivando in piazza Municipio per partecipare al Pride.

Manfredi, nel, sottolineare «il clima positivo», ha evidenziato che «questa è una giornata di rivendicazioni di diritti, di inclusione, di colloquio e di dialogo e questo è nello spirito della città che è sempre stata in prima linea sui diritti civili».

In piazza anche l'ex sindaco Luigi de Magistris. «Pride a Napoli, nella città dei diritti e delle libertà civili. Si deve lottare ancora per la completa applicazione dell'uguaglianza delle persone come scolpito in Costituzione, soprattutto di fronte ad un Parlamento che non ha la volontà di prevedere diritti per coloro che ne sono ancora privi» ha detto l'ex primo cittadino.

«La comunità LGBT è fatta di persone ricche di umanità e di energia per costruire un mondo migliore. Sarò sempre in lotta dalla parte giusta anche per rimuovere ostacoli politici ed istituzionali che impediscono alla Costituzione di vivere» ha concluso de Magistris.