NAPOLI. Per dormire sonni tranquilli ed evitare “problemi” avrebbe dovuto versare nelle tasche del clan D’Amico-Mazzarella cinquecento euro a settimana. Del resto, come gli avevano fatto notare gli aguzzini di Napoli Est, stava «incassando più di 1.500 euro al giorno». Come a dire, avrebbe potuto permetterselo. È questo l’inquietante retroscena che emerge dagli atti dell’inchiesta che due giorni fa ha portato all’arresto di Umberto Luongo, 42 anni; Salvatore Autiero, 37 anni; e Paolo De Mato, 22 anni.