Restituito a Castellammare di Stabia il Crocefisso con il volto della Sacra Sindone
Nei bozzetti che circolavano tra le mani degli artisti di inizio Ottocento c'erano quelli del prezioso telo
di Rosa Benigno
Mer 26 Gennaio 2022 21:08
CASTELLAMMARE DI STABIA. Bisogna fotografarlo stando ai suoi piedi e poi ingrandire l'immagine della foto su quel volto, per cogliere la formidabile somiglianza che ha con l'immagine della Sacra Sindone. Sono le sembianze del Cristo sul Crocifisso che di recente è stato sollevato e posto all'ingresso della Cattedrale di Castellammare di Stabia. Ed è una grande emozione quella che poi si prova constatando che questa preziosissima raffigurazione accoglie il fedele prima ancora di varcare la porta del maestoso tempio dedicato a Maria Assunta e San Catello. L'intero Crocifisso, a grandezza naturale, ricava misure e dettagli dalla Sacra Sindone custodita a Torino. Lo sforzo e la buona volontà di un gruppo di fedeli ha portato al recupero e al restauro di questo crocefisso dimenticato, datato inizi Ottocento. Merito del dottor Luigi Esposito, che ha mobilitato il gruppo di volenterosi stabiesi i quali si sono autotassati e hanno potuto affidare il restauro a una valente professionista, MariaConsiglia Stile. Ad agire è stata la Delegazione di Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, e in particolare il Delegato, Marchese Manuel de Goyzueta, e il Segretario Generale, Ing. Gionata Barbieri. «Durante la rivoluzione napoletana del 1799 gli invasori francesi e i giacobini locali imposero nelle varie città e cittadine del Regno gli “alberi della libertà”, simboli paganeggianti della religione che, nelle loro intenzioni, avrebbe dovuto soppiantare il Cristianesimo» spiega uno stampato illustrativo che racconta la storia del crocefisso. «Appena fu possibile, la popolazione abbatté tali simboli e Ferdinando IV, ritornato sul trono di Napoli, volle donare in tutto il Regno vari Crocifissi, dipinti su legno a grandezza naturale, da erigersi ad espiazione del sacrilego “albero”». Nel 2021 il Dott. Esposito ha segnalato la presenza di uno di questi Crocifissi in un deposito della cattedrale di Castellammare di Stabia e ha promosso il suo restauro. «Circola voce che l’artigiano che lo dipinse volle rifarsi a misure e fattezze della Sacra Sindone della quale all’epoca cominciavano a circolare delle raffigurazioni - spiega Esposito - Se ciò fosse vero, così come parrebbe dai bozzetti, questo Crocefisso avrebbe un valore mistico anche superiore a quello che si stimava, che era di entità storica ed evocativa di una battaglia per il cristianesimo che continua ai nostri giorni, anche con l’impegno che è stato profuso per questo restauro e il suo ripiosizionamento all’ingresso della Cattedrale di Castellammare di Stabia». Dopo tanti anni di oblio, il Crocifisso è stato quindi nuovamente esposto alla venerazione dei fedeli, per interessamento dell’Arcivescovo, Mons. Francesco Alfano; del Parroco della Cattedrale, Don Antonino D’Esposito; del Direttore dell’Ufficio Beni Culturali, Don Pasquale Vanacore.
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