Napoli sarà la prima sede Campana della mostra "l'emancipazione femminile vista attraverso i giochi olimpici"che celebra la donna nello sport,curata dal Distretto Italia e dall'area 3 del Panathlon International.
Organizzatore locale di questo evento,sarà il Panathlon Club Napoli. La mostra sarà visitabile a Napoli dal 27 all'1 ottobre presso la Basilica di San Giovanni Maggiore. La conferenza inaugurale alla presenza di autorità civili, militari, religiose e della stampa si terrà giorno 27 alle ore 18,30 presso la sala del Circolo Ufficiali della Marina Militare gentilmente concessa dal Presidente Andrea di Raimondo. Dopo i saluti del presidente del Panathlon Club, del governatore dell'area 11 Pietro Sanguineti e del vice presidente vicario del distretto Italia Antonio Emilio Gambacorta, l'autrice della mostra la rappresenterá agli astanti.
Abbiamo chiesto alla Balzarini alcuni chiarimenti sullo spirito della mostra.

Quale è l'idea che le ha fatto nascere la voglia di voler analizzare attraverso una mostra il percorso dell'emancipazione femminile attraverso i Giochi Olimpici?

«Io sono un'insegnante e quindi sono sempre a contatto con i giovani e di conseguenza ho sempre desiderato trasmettere agli studenti il desiderio di confrontarsi e di migliorare sempre le proprie capacità e far conoscere a loro che quelle possibilità che oggi possiedono le devono al sacrificio di chi ci ha preceduto. Anche nello sport la presenza femminile non è stata vista all'inizio del '900 in modo favorevole non volendo addirittura che la donna partecipasse alle Olimpiadi ;regole già presenti anche nelle Olimpiadi antiche. De Coubertin non voleva assolutamente la donne fino ad arrivare a dire che le stesse erano "inestetiche, inadatte e poco interessanti". Oggi invece come disse Candido Cannavo: "..l'elite dello sport è donna noi ne prendiamo atto felici di questa rivoluzione. In nessun settore si è realizzato un simile sorpasso di qualità"».

Cosa racconta la mostra?
«Racconta essenzialmente che le donne non si sono mai arrese, e, anche se chiamate "atletesse" in modo dispregiativo, non si lasciarono mai condizionare ma combatterono con costanza e caparbietà fin dai primi tempi, in cui lo sport, era considerato nemico della femminilità tanto da mettere in discussione persino i loro orientamenti sessuali».

Chi sono le prime donne olimpiche italiane medagliate importanti che riporta nella mostra?

«L'Italia vinse la prima medaglia femminile olimpica ad Amsterdam 1928 , con un gruppo di donne - ragazzine della ginnastica di Pavia chiamate "le piccole pavesi" un gruppo che si alleno' proprio nella mia cittadina , Verbania, sul Lago Maggiore prima di partire in treno per Amsterdam. Oggi Carla Marangoni , una componente della squadra è l'unica atleta vivente di quel periodo . Vive a Pavia , è stata la prima donna che ha conseguito la patente guida e addirittura quella nautica , sono in contatto con lei ed e ancora una donna autonoma e vivace . La seconda donna che troverete nei pannelli è Trebisonda Valla detta Ondina che vinse la corsa ad ostacoli a Berlino nel 1936 portando a casa la prima medaglia d'oro. La mostra comunque non è solo un elenco di "donne vittoriose " ma nella mostra ho voluto rappresentare episodi umani , discostandosi da un puro elenco di vittorie e sicuramente proprio per questo ha avuto successo».

Sappiamo infatti che la mostra ha viaggiato ininterrottamente da quando è stata presentata a Roma nel 2014 e che ha ricevuto riconoscimenti importanti . Ci elenca qualche momento speciale che ha vissuto in alcune tappe importanti...

«E' difficile scegliere i momenti speciali perché per me sono stati tutti momenti condivisi con gli amici del Panathlon e sono loro che hanno fatto grande la mostra e mi hanno arricchito umanamente . La sinergia fra i vari club è stata fantastica e il mio lavoro è stato amplificato dal lavoro del mio club , dal distretto Piemonte e Valle d'Aosta che hanno creduto subito nel mio lavoro e poi la grande soddisfazione di vedere l'inaugurazione a Roma dove ha ricevuto patrocini importanti : Presidente della Repubblica , Presidente del Consiglio , premio della Camera dei Deputati , lettera di encomio di Papa Francesco . Importanti patrocini sono arrivato dal CONI , dal CIP , da Special Olympics Italia , dal CSEN e lettere di encomio del Commissario Europeo per lo sport , Istruzione , Cultura ,Multilinguismo e Gioventù. Grande piacere per la lettera di encomio del C.I.O. , della FICTS e dell' ICES .
Dopo alcune tappe Italiane la mostra è approdata a Bruxelles presso il Parlamento Europeo . Infine il grande riconoscimento personale ricevuto ad Anversa con il premio del Panathlon International per la comunicazione .
Ora con grande soddisfazione inizia il viaggio della mostra da Napoli per proseguire in Campania per poi ritornare a nord a Venezia . Sono stata chiamata anche in alcuni club dei Lions , del Rotary ,del Soroptimist ma anche in incontri scolastici dove i ragazzi erano molto interessati e da dove hanno trovato spunti per la loro tesina per gli esami di stato.
Credo che lo sport, con i suoi racconti , sia un buon terreno per una buona educazione per le nuove generazioni. I ragazzi sono affascinati dalle storie degli atleti e senza accorgersi si appassionano anche allo studio della storia . La mostra voleva anche essere una buona "piattaforma intrigante" per lo studio della storia del '900 e per un approfondimento per le varie tappe dell' emancipazione femminile».
Francesco Schillirò